Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza, su delega della Procura della Repubblica brianzola, stanno dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale del capoluogo, finalizzato alla confisca diretta di denaro e altre disponibilità finanziarie nei confronti di due indagate residenti nelle province di Monza e Cagliari, quale profitto illecito di una presunta truffa aggravata e continuata.
L’attività investigativa, svolta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e coordinata dalla Procura di Monza, è relativa alla vicenda che avrebbe visto come vittima un giocatore di pallavolo il quale – suggestionato dall’erroneo convincimento di una relazione sentimentale a distanza con una modella brasiliana (alias Maya Mancini) – avrebbe elargito, per circa 15 anni, la somma di oltre 600 mila euro.
Secondo le risultanze delle indagini, sono emersi plurimi elementi indiziari atti a dimostrare come una delle due indagate, agendo sotto il falso nome della modella e grazie al concorso di un’amica fidata del truffato, avrebbe, con artifici e raggiri, dapprima instaurato e coltivato un rapporto telefonico costante fino a convincere il vollista dell’esistenza della relazione, mostrando via social anche foto ritraenti una nota modella realmente esistente, per poi indurlo a contribuire alle spese mediche occorrenti a far fronte a gravi patologie sofferte (di fatto inesistenti) ovvero per superare presunte difficoltà finanziarie che avrebbero impedito alla ragazza anche l’acquisto di beni di prima necessità.
Nel corso dell’indagine – originata da una querela della stessa persona offesa e sviluppata anche con accertamenti patrimoniali e finanziari e l’analisi di segnalazioni di operazioni sospette generate dal sistema di prevenzione antiriciclaggio – sono state ricostruite circa 1.400 singole transazioni attraverso le quali il pallavolista ha trasferito – tra il 2008 e il 2021 – sui rapporti finanziari della finta modella sistematiche somme di denaro, in particolare mediante ricariche/bonifici su più carte postepay (generalmente, di importo variabile tra 200 e 3.000 euro), ovvero con disposizioni di bonifico su conti correnti bancari e postali, oltre a provvedere all’acquisto di un’autovettura.
Le somme così accreditate sono state quasi esclusivamente utilizzate da “Maya” per prelievi di denaro contante da vari sportelli bancari e postali, pagamenti on line e/o presso esercenti vari per spese voluttuarie. Parte delle somme sono state trasferite all’altra complice residente in Brianza (circa 90 mila euro), oltre che a persone rientranti nella sfera familiare della stessa indagata. Al termine delle indagini, in accoglimento della proposta di sequestro preventivo avanzata dalla Procura della Repubblica di Monza, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale brianzolo ha adottato il relativo provvedimento ablativo, la cui esecuzione è in corso a cura delle Fiamme Gialle fino a concorrenza di circa 74 mila euro, corrispondente all’importo del profitto di truffa non ancora prescritto ai fini penali.
L’azione di servizio, svolta in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, sotto la direzione ed il coordinamento del Comando Provinciale di Monza, testimonia l’impegno quotidianamente profuso dal Corpo, quale presidio della sicurezza economico-finanziaria, ai fini della repressione delle condotte truffaldine e della conseguente aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, per restituirli a beneficio della persona offesa. Per le condotte illecite al vaglio della competente A.G., sulla base del principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna, a cui seguirebbe obbligatoriamente la confisca del profitto del reato.