Nel pomeriggio del 10 febbraio, i Carabinieri della Stazione di Parona Valpolicella (VR) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica, traendo in arresto un uomo ritenuto responsabile dei reati di “danneggiamento aggravato continuato”, “violenza privata aggravata” ed “atti persecutori”.
I militari dell’Arma sono riusciti a dare un volto e un nome al “foratore seriale” di gomme d’auto, che, all’inizio di quest’anno, sembrava essere diventato l’incubo dei residenti dei quartieri a nord della città di Verona, da Quinzano a Valdonega, Avesa, Ponte Crencano e Borgo Trento. Nel periodo dal 2 al 15 gennaio infatti oltre 100 sono stati gli episodi di danneggiamenti segnalati. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Verona, sono iniziate già a partire dalla prima delle poi numerose denunce giunte in caserma. I preliminari elementi sono stati raccolti dai militari della Stazione di Parona Valpolicella attraverso una mirata ed attenta azione di controllo sul territorio, intensificata nell’arco notturno, fascia oraria prediletta dal foratore seriale per compiere i suoi agguati. E già qualche giorno dopo il primo episodio di danneggiamento, i Carabinieri sono riusciti a fermare, attorno all’una di notte proprio in zona Avesa, un trentenne che in quella circostanza è stato trovato in possesso di vari arnesi senza giustificato motivo, tra cui chiodi, una tenaglia e un martello. La successiva attività investigativa, confortata dai minuziosi riscontri sul territorio nonché dall’acquisizione di immagini con il contributo della Polizia di Stato e dall’analisi delle celle telefoniche, ha permesso man mano di confermare gli indizi a carico del sospettato.
Analizzando i diversi episodi, è emerso altresì che, nello stesso frangente, l’uomo aveva iniziato a molestare e disturbare ripetutamente una vicina di casa, posizionando in più di un’occasione viti e chiodi sulla strada davanti al cancello dell’abitazione della stessa.
Oltre al mero spirito vandalico che ha spinto l’uomo a danneggiare indiscriminatamente varie autovetture, le indagini hanno perciò consentito di acclarare le continue e reiterate condotte persecutorie nei confronti della donna, già vittima di molestie in passato da parte dell’uomo e per questi fatti già condannato.
Il quadro che è emerso ha permesso al G.I.P. del Tribunale di Verona di emettere la misura di custodia cautelare in carcere: sul trentenne al momento le accuse sono di danneggiamento aggravato continuato, violenza privata aggravata ed atti persecutori.
Si rappresenta, infine, che, per il principio della presunzione d’innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte alle indagini in relazione alle attività in questione sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe.