Nella mattinata di ieri, la Sala Operativa della Questura di Vercelli veniva allertata da una donna per essere stata, unitamente al marito, vittima di un tentativo di truffa. La donna riferiva che due uomini in abiti civili si presentavano in casa propria asserendo di essere Operatori di Polizia e, mostrando fugacemente uno pseudo-tesserino e possedendo una radio asseritamente collegata alla centrale della Polizia, tentavano di trarre in inganno i due coniugi, inducendoli a consegnare loro delle banconote al fine di verificarne la veridicità attraverso degli accertamenti che avrebbero dovuto porre in essere presso la loro centrale.
I due malfattori riferivano, altresì, che di lì a poco sarebbe giunta sul posto un’unità cinofila e, pertanto, chiedevano ai due coniugi se avessero oro in casa poiché i cani si sarebbero potuti distrarre durante l’ispezione. Come riporta la Questura di Vercelli, la donna, insospettita dal comportamento dei due uomini, chiamava immediatamente il 112 NUE e tempestivamente una Squadra Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Vercelli si recava presso l’abitazione al fine di raccogliere la testimonianza e documentare i fatti appena accaduti.
Alla luce dell’incremento delle truffe che, nell’ultimo periodo, si sta registrando, si coglie l’occasione per sensibilizzare la collettività e richiamare l’attenzione sulle tecniche che i truffatori utilizzano per raggirare le vittime fingendosi Operatori di Polizia ed asserendo di dover svolgere accertamenti. Tale modalità di truffa si aggiunge ad altre tecniche utilizzate per indurre in inganno e trarre ingiusti profitti, come ad esempio la chiamata effettuata dal “finto nipote” o dalla “finta figlia” che dichiara di trovarsi in difficoltà economica e di necessitare di denaro per far fronte alle cure mediche.
In questi casi, si consiglia di non esitare nel chiamare il 112 NUE e di allertare le Forze dell’Ordine che prontamente giungeranno in ausilio sul posto. Particolare attenzione, inoltre, dovrà essere tenuta se si viene contattati a mezzo telefono in quanto spesso i malfattori rimangono in linea dopo il termine della prima conversazione; infatti, è bene che la parte offesa, prima di comporre il numero di emergenza del 112 NUE, si accerti di aver chiuso la telefonata in atto con il truffatore che, spesso, con l’ausilio di una seconda persona che si finge operatore di Polizia, inganna l’interlocutore sull’artifizio posto in essere dalla prima persona.