Nel Veneto, la produzione di formaggi a Denominazione di Origine Protetta (DOP) presenta aspetti in chiaroscuro. Negli ultimi dieci anni, infatti, si registra un aumento della produzione di Monte Veronese (+18,8%) e Casatella Trevigiana (+55,6%) e, in misura minore anche di Montasio (+2,2%), mentre sono in leggero calo sia la produzione di Asiago (-2%) che di Piave (-3%). In calo più marcato invece la produzione di Grana Padano (-12,2%) e Provolone Valpadana (-21,2%), in controtendenza rispetto all’andamento produttivo nazionale che risulta invece in crescita. A questa serie di dati, Veneto Agricoltura ha affiancato un’analisi effettuata su altri dati resi disponibili dal CSQA riguardanti la propensione di destinare il latte prodotto nei territori ammessi dai disciplinari di produzione alla trasformazione in formaggi DOP, si legge in una nota stampa.
In estrema sintesi, risulta che nell’ultimo decennio il latte “certificato” per la produzione di formaggi DOP si è progressivamente ridotto: nel 2021 le quantità si sono attestate a circa 570 mila tonnellate, in calo dell’8,5% rispetto al 2011, a fronte di un incremento delle quantità di latte prodotte salite a 1.218.160 tonnellate nel 2021 (+10% rispetto al 2011). In pratica è diminuita l’incidenza del latte certificato sul latte prodotto, passata dal 57% al 47% a livello regionale. La situazione è ovviamente molto differenziata, sia per provincia che per formaggio DOP. Nella provincia di Vicenza, ad esempio, oltre l’85% del latte raccolto viene destinato alla produzione di formaggi DOP (Grana Padano e Asiago), nelle province di Treviso e Belluno l’incidenza del latte “certificato” per prodotti a Denominazione di Origine è invece di poco superiore al 40% del latte prodotto.
Ma quali sono le ragioni che hanno portato a questa altalena di percentuali circa la propensione dei produttori di destinare il latte “certificato” alla produzione di formaggi DOP? Veneto Agricoltura evidenzia che se da una parte la “fotografia” emersa potrebbe rappresentare un campanello di allarme circa l’effettiva attrattività dei formaggi DOP, a partire dalla loro capacità di essere sufficientemente remunerativi per i trasformatori, dall’altra però può indicare la capacità dei caseifici e delle latterie di diversificare la produzione, e quindi il rischio, per affrontare in maniera più efficace la competizione sui diversi mercati di vendita.