Prosegue il lavoro degli scienziati che stanno monitorando la durata dell’immunità dei vari vaccini in circolazione. Intanto alcuni produttori stanno valutando l’eventualità di raccomandare una ulteriore dose come richiamo. Di ogni vaccino prodotto e già inoculato esistono delle tempistiche di somministrazione ma presto potrebbero essere aggiornate.
Come ormai noto, i quattro vaccini anti-Covid approvati in Europa, quindi anche in Italia, sono quelli a RNA prodotti da Pfizer/BioNTech e da Moderna e i due a vettore virale prodotti da Astrazeneca e da Johnson & Johnson, ognuno dei quali prevede tempistiche di somministrazione diverse. Pfizer/BioNTech, il vaccino a base di RNA richiede al momento la somministrazione di due dosi. L’intervallo ottimale tra le due iniezioni è di 21 giorni, ma una recente raccomandazione diffusa dalla Commissione tecnico-scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) prevede che, in caso si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose, andrebbe fatto in un periodo che non può superare i 42 giorni.
Nel frattempo Pfizer e BioNTech hanno annunciato di aver avviato una valutazione legata alla sicurezza e all’immunogenicità di una terza dose del vaccino BNT162b2 per comprendere l’effetto di un potenziamento della protezione contro il Covid-19, causata dalle varianti del virus Sars-CoV-2 circolanti e potenzialmente emergenti, tra cui quella sudafricana.