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Università Federico II, addio al professore Enrico Di Salvo: una vita spesa nelle missioni in Africa

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NAPOLI – E’ deceduto a 76 anni Enrico Di Salvo, professore ordinario di Chirurgia Generale presso l’Università Federico II di Napoli.

Lo rende noto l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Napoli e provincia esprimendo con immenso dolore, le proprie condoglianze. “La sua vita – spiega il presidente dell’ordine Bruno Zuccarelli – è stata un faro di eccellenza, etica, dedizione e umanità. Il Professor Di Salvo ha lasciato un segno indelebile nella medicina, sia grazie alla sua instancabile attività didattica e clinica, sia per il suo impegno nelle missioni umanitarie in Africa e in Amazzonia. Attraverso queste esperienze, ha portato assistenza e speranza a popolazioni in condizioni di estrema difficoltà, incarnando i valori di solidarietà e responsabilità etica che ispirano la nostra professione. Abbiamo perso un collega, un uomo straordinario e un grande amico che ha sostenuto questo Ordine contribuendo negli anni a renderlo la casa di tutti i medici. Alla sua famiglia va l’abbraccio di tutti i medici. Per tutti noi resterà indelebile il suo ricordo”.
    Sui social è stato pubblicato un testo di commiato lasciato da Di Salvo: “Questa notte ho dovuto congedarmi da voi. Da questa vita che ho molto amato e in cui molto mi sono dato. Mi dispiace per gli errori che ho commesso, ma spero che, alla fine, il mio conto davanti al Signore risulterà abbastanza in positivo perché Egli possa accogliermi alle sue ginocchia. Ho amato molto, le cose e le persone belle, la poesia, i miei malati, gli ultimi della Terra e sopra tutto i miei figli e i miei nipotini, che sono stati il toccasana al mio spirito e il senso più profondo della mia esistenza in questi ultimi anni, in cui per fortuna ho imparato a liberarmi di tanto superfluo. Andare alla sostanza delle cose è stato andare incontro all’amore degli altri. Recuperare la grande lezione ricevuta dai miei genitori e dai miei Maestri, per i quali ho conservato sincero affetto e gratitudine. Se in voi, come spero, ho lasciato qualche solco, non lasciate che si richiuda. E soprattutto mi auguro che venga proseguita la mia opera in Africa. Ci sono grandi religiosi, e laici, che spendono la propria esistenza per questo. Non lasciateli soli. E io starò con voi. Grazie Bianca e grazie Marinì, compagne della mia vita”.

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