AVELLINO – E’ attesa in serata la decisione della Corte di Cassazione, prima sezione, sul ricorso contro la sentenza di secondo grado che ha visto imputati e condannati Elena Gioia ed il suo fidanzato Giovanni Limata, accusati dell’omicidio di Aldo Gioia, papà di lei.
A presentare i ricorsi gli avvocati dei due giovani che, nell’aprile del 2024, a tre anni dall’omicidio, sono stati condannati a 18 anni di reclusione (la Corte d’Assise d’appello di Napoli ridimensionò la sentenza di primo grado che aveva visto la coppietta killer condannata a 24 anni di carcere).
La Corte ritenne Giovanni Limata parzialmente incapace di intendere e di volere; per Elena Gioia, invece, le circostanze furono ritenute prevalenti sulle aggravanti.
Il delitto avvenne il 23 aprile del 2021, in pieno centro ad Avellino: secondo quanto ricostruito dai magistrati, Elena, da poco divenuta maggiorenne, dopo avere gettato l’immondizia, lasciò il portone di casa aperto per il fidanzato Giovanni, che poco dopo entrò nell’abitazione. Aldo Gioia in quel momento stava dormendo sul divano. 53 anni, dirigente di un’azienda metalmeccanica, venne colpito con 13 coltellate: secondo i magistrati, l’obiettivo dei due ragazzi era di uccidere anche la madre e la sorella di Elena, che in quel momento dormivano nelle loro stanze. Le urla di Aldo, però svegliarono le due donne e costrinsero Giovanni Limata alla fuga. Nelle ore successive si parlò di una rapina finita male, ma figlia e fidanzato crollano dopo i primissimi interrogatori.