La notte del 12 settembre scorso, una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Trieste in servizio di perlustrazione, notava nei pressi del Burlo un veicolo nel senso di marcia opposto che circolava ad alta velocità mantenendo una guida pericolosa.
I militari, attivati i dispositivi di emergenza, si ponevano immediatamente all’inseguimento dell’autovettura e, dopo averla affiancata più volte intimandogli l’arresto, riuscivano a fermarla in San Giacomo in Monte. Il conducente del mezzo, dopo aver atteso che i Carabinieri si avvicinassero per eseguire il controllo, innestava nuovamente la marcia speronando l’autovettura della pattuglia ed investendo intenzionalmente il militare che si era avvicinato per procedere all’identificazione. Durante lo speronamento della pattuglia, un secondo militare, nel rovinare a terra, esplodeva accidentalmente un colpo dalla propria arma approntata, come previsto, per le situazioni di prontezza operativa. Il colpo attingeva di striscio il paraurti dell’autovettura senza causare altri danni.
Sottrattosi all’accertamento, il conducente riprendeva la marcia ad alta velocità dileguandosi per le vie cittadine ma, perso il controllo del proprio mezzo, autonomamente andava a collidere contro un albero in via d’Alviano. Dopo lo scontro, tre passeggere rimanevano sul posto allertando i soccorsi poiché una di loro aveva riportato gravi lesioni. Il conducente, abbandonato il mezzo si allontanava facendo perdere le proprie tracce.
Nei minuti successivi giungeva una chiamata al numero unico di emergenza 112 dove un soggetto, affermando di essere il proprietario dell’autovettura oggetto dell’inseguimento, ne denunciava il furto avvenuto la sera prima.
Le indagini immediatamente avviate, coordinate dalla Dott.ssa Bacer della Procura di Trieste, consentivano di ricostruire compiutamente l’accaduto anche con la preziosa collaborazione delle tre ragazze che, nel corso dell’inseguimento, spaventate, avevano intimato più volte al conducente di fermarsi e farle scendere.
Il prosieguo dell’attività consentiva di identificare compiutamente il conducente del veicolo, un cittadino italiano 23enne non domiciliato a Trieste.
L’Autorità Giudiziaria accolta e condivisa la ricostruzione dei fatti dei Carabinieri, emetteva una misura di custodia cautelare in carcere che veniva eseguita nella giornata di ieri. L’arrestato è stato associato alla casa circondariale di Gorizia in attesa di rispondere dei reati di tentato omicidio, sequestro di persona, lesioni personali, simulazione di reato, resistenza a pubblico ufficiale, omissione di soccorso in caso di incidente e guida senza patente con recidiva nel biennio.
Le tre ragazze, nella vicenda, si configurano come parti lese essendo state trattenute contro la loro volontà e riportando anche gravi lesioni nell’evento.