La Guardia di finanza di Trieste e l’Agenzia delle Dogane e dei monopoli del capoluogo giuliano, coordinati dalla Procura di Trieste, hanno sequestrato 11 milioni di dispositivi di protezione nell’arco di circa un anno, di cui circa quattro milioni nei primi quattro mesi del 2021, nel Porto di Trieste.
Nello specifico sono mascherine sprovviste delle prove di laboratorio o che riportano, sui relativi confezionamenti, indicazioni mendaci per il consumatore sulle qualità, inducendo in errore il potenziale acquirente, anche sulle asserite capacità di protezione dal virus. I pezzi sono giunti all’hub giuliano prevalentemente dalla Turchia ed erano destinati al territorio italiano e a diversi paesi dell’Unione europea. Guardia di finanza e Agenzia Dogane e monopoli da circa un anno – tenuto conto dell’emergenza sanitaria in atto – hanno intensificato i controlli finalizzati al contrasto dei traffici illeciti di prodotti medicali non conformi alla normativa sanitaria. I test di laboratorio effettuati hanno permesso, nella maggior parte dei casi, di disconoscere la capacità filtrante dichiarata su numerosi dispositivi, riportanti la marcatura “CE” e corredati da documentazione tecnica emessa da un organismo notificato turco.
Accertamenti sono stati svolti anche in ambito europeo, con la collaborazione di Olaf – ufficio europeo antifrode, ed extraeuropeo – bloccando l’utilizzo di dispositivi non conformi da parte di categorie di utenti maggiormente esposti al rischio di contagio, come operatori sanitari e appartenenti alle forze di polizia, cui tali prodotti sarebbero stati destinati.