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Terzo mandato, la Schlein non torna indietro: De Luca non sarà il candidato del Pd

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NAPOLI – Il voto espresso oggi non sposta di un millimetro la posizione del Pd nazionale sul limite dei due mandati per le cariche monocratiche. La nota giunge direttamente da Igor Taruffi, responsabile organizzazione della segreteria nazionale del Pd. In parole povere, la nota, giunge direttamente dalla leader dem Elly Schlein.

“Prendiamo atto del voto del Consiglio regionale della Campania che di fatto apre alla possibilità di un terzo mandato per l’attuale presidente della Regione. Deve però essere chiaro che il voto espresso oggi non sposta di un millimetro la posizione del Pd nazionale sul limite dei due mandati per le cariche monocratiche. Al di là del voto di oggi quindi, Vincenzo De Luca non sarà il candidato presidente sostenuto dal Pd alle prossime elezioni regionali”. La Schlein non viene meno a quanto dichiarato negli ultimi giorni, nonostante l’evidente “tradimento” dei consiglieri campani del Pd che, zerbini di De Luca, stamattina hanno votato sì al terzo mandato del governatore uscente.

Chi, invece, cerca subito di correre ai ripari, è il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Mario Casillo. Candidato che alle ultime elezioni regionali venne eletto con 41.000 voti, Casillo ha sottolineato che si costruirà una trattativa tra la segretaria del Pd Elly Schlein e De Luca. “De Luca non ha detto che si vuole candidare – ha sottolineato – perché il presidente ha riconosciuto che il percorso della candidatura passerà per un ragionamento dell’alleanza. Mi auguro assolutamente che ci saranno degli incontri di dialogo nei modi e nei tempi giusti. Le elezioni regionali qui saranno tra un anno, abbiamo tutto il tempo e noi siamo convinti che ci sarà un percorso che possa portare a ricongiungere due posizioni che in questo momento sembrano distanti. Una soluzione che è soprattutto all’interesse della Campania. Tante volte si parla male del Pd ma alla fine, nei momenti importanti, siamo bravi a mettere da parte gli individualismi e far prevalere le ragioni della collettività”, ha concluso.

Se il Pd campano cerca di dare una colpo al cerchio ed una alla botte, i deluchiani, ovviamente, esultano per il risultato ottenuto in aula. “Non si comprende per quale motivo il presidente di Regione, a differenza di altre cariche istituzionali, debba avere il limite del doppio mandato. E quanto ai rilievi di incostituzionalità, essi sono difficilmente rinvenibili anche tenuto conto delle precedenti leggi regionali approvate e mai impugnate”. Il vicepresidente della giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, ha così stoppato il fiume di polemiche seguite al voto di questa mattina.
“I cittadini dovranno valutare l’operato del presidente De Luca e di questa maggioranza – ha rimarcato, invece, il capogruppo di ‘De Luca Presidente’, Carmine Mocerino – e per il futuro apriremo un ampio confronto politico per proseguire questo importante lavoro”.
“Questa maggioranza è unita e continuerà ad esserlo nell’interesse della Campania e sono convinto che lo sarà anche alle prossime elezioni regionali perché non possiamo buttare via il grande lavoro fatto in questi anni con il Presidente De Luca che è un patrimonio per la nostra regione e che, per noi, è il candidato Presidente delle prossime elezioni regionali in Campania”, ha detto, infine, il capogruppo di Italia Viva, Tommaso Pellegrino.

Ronghi e Muscarà (Sud Protagonista): norma già votata nel 2009, siamo a rischio censura da parte della Corte Costituzionale

“Oggi il Consiglio Regionale della Campania ha approvato una norma che fu già votata nel 2009 ma alla quale De Luca tiene molto per potersi garantire la candidatura per il terzo mandato. La domanda nasce spontanea: perché il Presidente della Regione appare così attaccato alla poltrona?”
E quanto dichiarano il presidente di “Sud Protagonista” Salvatore Ronghi e la consigliere regionale Maria Muscara‘ del Gruppo misto.
“È stato un Consiglio Regionale, quello di stamattina, -ha dichiarato la Consigliere Muscara’ – ridicolo ma anche inquietante. Riproporre una norma già contenuta nelle leggi regionali mette la Regione al cospetto di un censura da parte della Corte Costituzionale”.
“Ancora più inquietante- continuano Ronghi e Muscara’- e’ la nuova legge elettorale approvata. La soglia al 2,5% la riduzione della raccolta delle firme al fine di favorire il proliferare delle liste “fai da te” e la penalizzazione dei Sindaci al di sotto dei 5000 mila abitanti sono una vera ed intollerabile azione antidemocratica e a danno della politica. Invitiamo tutti i Sindaci a prendere le distanze da chi vuole escluderli dalla competizione elettorale regionale”.

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