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Targetti, nuovo piano industriale: il rilancio passa da Nusco

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NUSCO – Il piano industriale presentato da Targetti, presentato stamattina ha “l’obiettivo di rendere il gruppo nuovamente competitivo sul mercato globale”. Così in una nota la stessa azienda spiegando che in ogni caso l’intervento ha “come elemento chiave e centrale il mantenimento, a Firenze, sede storica, di tutte le attività di indirizzo, sviluppo, controllo e gestione, concentrando, invece, le attività produttive presso il più efficiente e moderno sito di Nusco.

Gli interventi sugli organici della struttura produttiva saranno, in ogni caso, accompagnati da misure di tutela occupazionale che puntano alla ricollocazione professionale, anche all’interno del gruppo, del personale interessato. Per quanto riguarda, inoltre, le strutture centrali che rimarranno presso la sede di Firenze, è previsto l’inserimento di nuove figure specializzate”.
Il piano, si spiega ancora, “mira a salvaguardare e rilanciare Targetti quale marchio di eccellenza del ‘made in Italy’, valorizzandone la storia e il know-how, ma rendendola, al contempo, capace di agire sull’arena internazionale con prodotti innovativi e competitivi in termini di costi e performance. Gli interventi illustrati rappresentano, d’altro canto, l’unica alternativa possibile ad una situazione di crisi ormai perdurante negli anni e confermata anche nell’ultimo periodo (dal 2021 ad oggi), che, in assenza di interventi, rischia di essere presto irreversibile. Il 2024 si chiuderà, infatti, con una rilevante perdita, ulteriormente peggiorativa rispetto ai non brillanti risultati fatti registrare negli ultimi anni. Pur nel preoccupante quadro sopra descritto, la proprietà ha confermato la volontà di voler ulteriormente investire su Targetti, seguendo tre principali direttrici: rinnovare i prodotti e potenziarne lo sviluppo; cambiare e rinnovare il modello distributivo e le politiche commerciali e di marketing; razionalizzare ed adeguare la capacità produttiva, attualmente sovradimensionata rispetto alle effettive esigenze di mercato e con costi non più sostenibili”.

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