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Cacciatori contro animalisti, domani il Tar decide sull’attività venatoria

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Napoli. Attesa per domani la decisione del Tar sull’attività venatoria in Campania. Col fiato sospeso, per motivi diametralmente opposti, da una parte i cacciatori e dall’altra le associazioni animaliste che un mese fa hanno ottenuto l’accoglimento delle loro istanze.

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WWF Young: “Basta con le fonti fossili, le rinnovabili sono uno strumento di pace”

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La generazione Greta torna nelle piazze e oggi, in tutta Italia, partecipa al nuovo grande sciopero globale indetto dai Fridays For Future, per chiedere giustizia climatica. Ne fanno parte anche i ragazzi e le ragazze di WWF YOUng, la community del WWF Italia, che oggi a Roma parteciperanno alla mobilitazione con un corteo e una performance artistica in Piazza della Repubblica.

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VIDEO – Crisi energetica: 10 proposte per liberarci dal gas

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Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia avanzano 10 proposte al Governo Draghi su rinnovabili ed efficienza per liberare l’Italia dalla dipendenza del gas.

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VIDEO – WWF: Un’ora a luci spente per un futuro più giusto e sostenibile

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Sabato 26 marzo torna Earth Hour, l’Ora della Terra, l’iniziativa globale del WWF che da sempre invita le persone a mobilitarsi per un futuro più sicuro, giusto e sostenibile per tutti. Anche quest’anno, alle 20,30 locali, in tutti i Paesi del mondo si spegneranno le luci: un gesto simbolico per chiamare all’azione nei confronti dell’emergenza climatica e della perdita di natura.

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Greenpeace, Legambiente e WWF insorgono sull’emergenza climatica. Coinvolta anche la Campania

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Greenpeace, Legambiente e WWF denunciano «Un inaccettabile messaggio pro-fossili proprio in apertura della PreCop26 dal Ministero della Transizione Ecologica. In assenza dell’adozione del PiTESAI, il cosiddetto Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee, entro il 30 settembre, si sono rimessi in moto i procedimenti autorizzativi vecchi e nuovi (compresi quelli di Valutazione di Impatto Ambientale) per la prospezione e ricerca degli idrocarburi, che erano stati sospesi sino a fine settembre e che ricominceranno a minacciare circa 91mila chilometri quadrati di mare e 26mila kmq sulla terraferma».

Le tre organizzazioni ambientaliste avevano già lanciato l’allarme il 9 settembre con una lettera inviata al ministro, paventando che questo sarebbe stato l’esito inevitabile, visto che non c’era il tempo per il perfezionamento della procedura VAS sulla proposta di PiTESAI e per l’intesa con la Conferenza unificata per le attività legate alle trivellazioni a terra, prima di adottare il Piano.

Come ricordano le tre associazioni sulla base dei dati riportati nella stessa proposta di PiTESAI, «Ciò comporta per le sole attività a mare, che riparta l’iter per: 5 istanze di permesso di prospezione in mare, di cui è in corso la valutazione ambientale, per un totale di 68.335 kmq; 24 istanze di permesso di ricerca in mare (alcune delle quali con la procedura di  VIA in corso) per un totale di 13.777 kmq e che coinvolgono il Canale di Sicilia (4 istanze), le coste dell’Adriatico tra le Marche e l’Abruzzo (7 istanze), le coste di fronte la Puglia (10 istanze) e il Golfo di Taranto (3 istanze); 1 istanza di concessione di coltivazione nel Golfo di Venezia e 20 permessi di ricerca – per un totale di 8.872 kmq – che erano stati congelati in attesa dell’approvazione del piano e che coinvolgono il Golfo di Venezia (7 permessi), il Canale di Sicilia (4), le coste di fronte alla Puglia (4), Calabria (4) e l’Adriatico  di fronte la costa anconetana»

G20, reso noto il bilancio del Summit. WWF: “C’è ancora molta strada da fare”

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E’ stato pubblicato il comunicato su clima ed energia, reso noto due giorni dopo la fine dei lavori, preceduto da una conferenza stampa nella quale si sono evidenziati più gli elementi di divisione che quelli di accordo, “apprezziamo il richiamo e la volontà di basare l’azione sulle evidenze scientifiche, incluso il rapporto IPCC su 1,5°C, il richiamo alla necessità di attuare pienamente l’Accordo di Parigi. Positivo, anche in vista della COP26 di Glasgow, il richiamo all’impegno dei paesi sviluppati di mobilitare 100 miliardi di dollari annui assunto con l’accordo di Parigi e alla necessità che i Paesi aggiornino e rendano ambiziosi i propri impegni di riduzione delle emissioni (NDC) e le proprie strategie di lungo termine. Resta ancora molta strada da fare su altri punti”. Tra gli altri, prosegue il WWF, appare evidente che le politiche energetiche devono ancora davvero incorporare il rischio climatico e che il pericolo di scelte volte a tenere in gioco i combustibili fossili e le emissioni che hanno determinato il riscaldamento globale non è scongiurato. Per esempio, avremmo voluto vedere molto più coraggio sulle scelte verso le tecnologie pulite e rinnovabili e sull’abbandono dei fossili, oltre che più concretezza sull’efficienza energetica”.

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