Processo torture. Consulenti del pm: “Hakimi non è morto per le percosse, ma per asfissia”

NAPOLI – La morte in carcere di Hakimi Lamine, avvenuta il 4 maggio 2020 poco meno di un mese dopo i pestaggi nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, è stata causata da “un’asfissia chimica dovuta alla contemporanea assunzione di farmaci contenenti benzodiazepine, oppiacei, neurolettici e antiepilettici”.