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Caserta, miseria e nobiltà (decaduta) di Piazza Carlo di Borbone 

in Editoriale/N-Style/News/Primo Piano by

di Antonio Sanfelice – Piazza Carlo III, pardon, Piazza Carlo di Borbone è parte integrante della Reggia di Caserta o è una realtà a sé stante? Il quesito non è capzioso, come pure all’apparenza sembrerebbe, e provo a spiegare perché.

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Regionali: Carfagna, Martusciello, Nicoletti e Ciriello buttati giù dalla torre

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di Antonio Arricale – Napoli e la Campania sono al centro di grandi manovre politiche. Il perché è lampante. In Campania il prossimo anno si vota. La partita per la conquista del massimo ente territoriale non è di poco conto, dopo un decennio di soverchiante gestione del governatore Vincenzo De Luca: un piddì anomalo e ingombrante per il suo stesso partito. Il quale, infatti, vede la terza candidatura del politico salernitano come il fumo negli occhi. Ed è, perciò, tutt’altro che propenso a ricandidarlo. E, magari, ci riuscirà, posto che non interverranno mutamenti normativi finalizzati a rimuovere l’ostacolo del limite al terzo mandato. Ostacolo, però, al momento – e sottolineo al momento – insormontabile. Ma di questo – statene sicuri – se ne parlerà, eccome, nei prossimi mesi.
L’attenzione politica, dunque, è ora rivolta alle manovre che, giorno dopo giorno, si intravedono nel campo dello schieramento avverso: il centro destra. Schieramento – nemmeno a ricordarlo – che governa il Paese e che, peraltro, ipotizza per la Campania, il suo capoluogo e, più in generale il Sud, un ruolo di primo piano nello scenario socio-economico-internazionale del prossimo futuro.

Insomma, a nessuno sfugge che la Campania è la terza Regione d’Italia, per popolazione, dopo Lombardia e Lazio. E che Napoli è la terza Città Metropolitana, dopo Roma e Milano. Si porta dietro, cioè, al di là della classe politica che la governa, un suo peso specifico.

Ben si comprende, allora, perché Napoli e la Campania – al di là della vicenda dell’ex ministro Sangiuliano, caduto a fagiolo, per così dire, su una buccia di banana e, dunque, posto giocoforza fuori dal gioco (l’ex ministro della Cultura sembrava “in pectore” il candidato naturale da contrapporre a De Luca) – siano diventata teatro di eventi internazionali capaci di accendere forti riflettori sugli attori politici del governo legati a questo territorio. A Napoli è stato fatto il G7 della Cultura, oggi il meeting del Ppe, a ottobre si farà il G7 dei ministri dell’Interno (a Mirabella Eclano). Il tutto per dire che – almeno sembra – un primo orientamento per trovare l’anti-De Luca si farà nell’ambito del perimetro di governo – senza per questo necessariamente escludere gli outsider, che però al momento sembrano già caduti dalla torre.

E cominciamo proprio dagli intrusi. C’è grande agitazione per bloccare le manovre dell’ex ministro berlusconiano Mara Carfagna, da ex showgirl abituata a vorticosi giri di danza, e dunque, da ultimo, traslocata dal partito di Carlo Calenda, dove era approdata, al gruppo misto, pronta a indossare un’altra maglia, per mirare appunto a Palazzo Santa Lucia. La Carfagna, inoltre, ha il torto di essere salernitana come De Luca. Così come cilentano (in realtà è di Nocera inferiore) è anche Edmondo Ciriello, vice ministro di Fratelli d’Italia, con delega agli Affari esteri. E poi chi l’ha detto che la candidatura – riferiscono le voci di dentro – questa volta toccherà a Fratelli d’Italia?

E qui entra in scena Fulvio Martusciello di Forza Italia, che a Napoli – non a caso – ha voluto il meeting dei popolari europei, sponsorizzato niente po’po’ di meno che da Antonio Tajani, il segretario-non segretario. Nel senso che, alla fine, è sempre in quel di Arcore che si decidono le partite importanti. Martusciello, intanto, sta già incassando un generale malumore, non soltanto all’interno del suo partito (dove, peraltro, gli imputano di aver spinto l’ex compagno europarlamentare, Aldo Patriciello, nelle braccia della Lega) ma anche degli alleati, cui – per gli arcani misteri della politica – è visto con grande insofferenza.

E, a proposito di Lega, si registrano, infine, le manovre della sottosegretaria Pina Castiello – un lungo trascorso in Alleanza Nazionale, il partito da cui gemmò Fratelli d’Italia – che pure pensa ad un outsider. Nello specifico, a Gianfranco Nicoletti, rettore dell’Università Vanvitelli, cui è sentimentalmente legato. E sarebbe troppo. Sicché, anche lui – non chiedetemi perché, o provate voi a darvi una risposta – nel gioco della torre è già stato spinto giù.         

PA 110 e lode, altre 20 università aderiscono al progetto

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Dopo le oltre 2.000 domande di iscrizione presentate in meno di un mese ai cinque corsi di laurea di Sapienza Università di Roma, il progetto “PA 110 e lode”, frutto del protocollo d’intesa siglato a ottobre tra il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e la ministra dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, e parte del più ampio piano di formazione “Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese”, continua ad ampliarsi: altri 20 atenei hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con il Dipartimento della Funzione pubblica per offrire ai dipendenti pubblici corsi di laurea, corsi di specializzazione e master a condizioni agevolate.

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