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Politica

A Lusciano si prepara la grande ammucchiata. Dissesto votato contro l’ex maggioranza Esposito ed oggi… tutti a braccetto

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LUSCIANO – Nulla di nuovo sotto il sole. C’è qualcosa, nell’aria, che a tutto somiglia tranne che alla politica. Non a quella vera, almeno: fatta di idee, di progetti, di visione. Qui, gli errori del passato hanno insegnato poco o nulla. Tutto sembra muoversi secondo logiche opache e intrecci discutibili.

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Legge elettorale: i senatori del centro destra vogliono evitare i ballottaggi, ma il vero problema è fare pulizia nelle liste

in Editoriale/N-Style by

L’EDITORIALE di Antonio Arricale – Le regole in democrazia dovrebbero essere scolpite nella pietra. Nel senso che dovrebbero essere certe, condivise e finalizzate ad assicurare il miglior funzionamento possibile delle istituzioni. In primis, governabilità, trasparenza e alternanza. Dovrebbero, ma così non è. 

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Il consigliere comunale Picozzi lascia ‘Moderati Insieme per Caserta’, ma non la maggioranza

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CASERTA – Il consigliere comunale Michele Picozzi nel pomeriggio ha annunciato di aver lasciato il gruppo consiliare ‘Moderati Insieme per Caserta’.

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Italia Viva, in Campania nominato coordinatore Armando Cesaro. Lui: “Grato a Renzi”

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 “Lavoreremo in Campania e per la Campania. Lo faremo realizzando proposte valide e innovative e con l’impegno di donne e uomini che con una politica viva e incisiva daranno vigore e orgoglio alla Campania! Lo faremo con l’entusiasmo e la passione di sempre con un gruppo di validi amministratori. Ringrazio l’amico Matteo per la nomina a Coordinatore Regionale di Italia Viva in Campania, per la fiducia che ha riposto in me e per il sostegno che non mi ha fatto mai mancare”.

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Politica, ragion di Stato e paradossi del politically correct

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L’Editoriale di Antonio Arricale – Il caso Amsri continua a infiammare la polemica politica. Segno dei tempi.

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Truffe sui migranti, il ruolo del tesoriere sospeso dal Pd in Campania

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Il boom delle domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari arrivato dalla Campania ha acceso i riflettori degli inquirenti e aperto la strada all’indagine che ha portato all’arresto, ai domiciliari, di 36 persone nella regione.

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Trump, la rivincita di Sangiuliano e il nuovo flop di Cerreto e Cangiano

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L’EDITORIALE di ANTONIO ARRICALE – La presentazione del libro, rivisitato e corretto, dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano, ieri sera, al Teatro Comunale di Caserta, nelle intenzioni dei due, avrebbe dovuto essere solo un pretesto.

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Regione Campania, per la presidenza spunta il nome di Nunzia De Girolamo

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L’EDITORIALE di ANTONIO ARRICALE – L’indiscrezione è trapelata del tutto involontariamente dal “sancta sanctorum”, vale a dire il ristrettissimo cerchio che fa capo a Palazzo Chigi e che da qualche tempo è al lavoro – tra i molteplici impegni – anche per valutare, mettere a punto e soppesare strategie e candidature in vista delle regionali. In particolare, della Campania.

Insomma, il nome è rimbalzato fuori per un caso fortuito, a margine di un ragionamento teso a fare tabula rasa del teatrino della politica che ancora si attarda sui battibecchi del caso De Luca, in seno al centro sinistra; ma anche sulle improbabili candidature (quando non di velleitarie auto-candidature si tratti) che, a turno, fanno trapelare i partiti e i leader locali del centro destra. 

Dunque, il ragionamento della ristrettissima cerchia è stato più o meno questo, almeno per la Campania. Sul tavolo ci sono Vincenzo De Luca, Roberto Fico e, da ultimo, Raffaele Cantone, da una parte. Edmondo Ciriello, Fulvio Martusciello, Giampiero Zinzi, dall’altra. Certo, ci sarebbe in ballo anche il nome del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il quale tuttavia merita una riflessione a parte. Dunque, lasciamo perdere.

Ad un certo punto, è proprio alla luce di questi nomi che rimbalzano stancamente, ormai, sulla bocca di tutti e, soprattutto sui media, nella stanza dei bottoni qualcuno ha detto – e si può benissimo immaginare anche chi –: E se puntassimo su una donna? 

Le donne – è stato notato – sono brave in politica, soprattutto, quelle che sono ai vertici: a cominciare dalla Meloni (ça va sans dire), passando per la Schlein e arrivando alla von der Leyen) stanno mostrando di saper fare bene. La gente lo sa e lo percepisce con forza. 

Da qui all’interrogativo successivo il passo è stato, ovviamente, breve. “Sì, ma chi?”. Per la candidatura alla presidenza della terza regione d’Italia occorrerebbe una donna di esperienza politica, insomma brava e bella. 

Un identikit – giusto per notare – che corrisponde ad una delle più care amiche della premier Meloni e assai apprezzata anche dalla sorella Arianna. E che, peraltro, non a caso ha tenuto con piglio deciso l’uditorio di centro destra, proprio recentemente, nel corso di uno dei numerosi dibattiti organizzati in seno alla manifestazione Atreju. 

Il nome? Provatelo a fare voi. I requisiti richiesti ci sono tutti. L’esperienza ce l’ha (è stata ministra), la bellezza pure (recentemente, da personaggio televisivo, buca finanche lo schermo) unitamente, dunque, alla notorietà acquisita sia da politica che da conduttrice Tv. Avrebbe, invero, anche un altro punto a favore: creerebbe sicuramente scompiglio anche nel centro sinistra. Non fosse altro che per essere moglie del responsabile politico della Campania del Pd, un tale Francesco Boccia. E scusate se è poco.

In foto da sinistra: Nunzia De Girolamo, Francesco Boccia, Giorgia Meloni, Giampiero Zinzi, Martusciello Vincenzo De Luca e Raffaele Cantone

Regione, nel Pd trovata la quadra: il candidato è Raffaele Cantone, De Luca senior torna a fare il sindaco di Salerno, il figlio Piero entra nella segreteria del partito

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L’EDITORIALE DI ANTONIO ARRICALE – C’è un De Luca pubblico, in questi giorni, che mostra i muscoli, stringe la mascella e batte i pugni sul tavolo, minacciando di fare sfracassi al fine di essere nuovamente candidato – per la terza volta – alla presidenza della Regione.

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De Luca e Zaia non hanno speranza: limite del terzo mandato, ecco cosa prevede la legge

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ROMA – di Anna Laura Bussa – La riforma costituzionale sull’elezione diretta del presidente della Regione del 1999, configura la legislazione elettorale regionale come “materia concorrente”. Tradotto: lo Stato stabilisce i principi e le Regioni vi aggiungono i particolari. Se lo Stato, quindi, nello scrivere la legge, avesse messo la questione del tetto ai mandati per i presidenti, come principio generico, ogni Regione avrebbe potuto prevedere il suo. Ma nel 2004, quando, con il governo di centrodestra, ci fu l’approvazione effettiva della legge sui principi di quella materia, si decise di copiare direttamente la normativa che regolava l’elezione diretta del sindaco. E questa prevedeva il tetto dei due mandati.

Tutti, all’epoca, conferma anche il costituzionalista Stefano Ceccanti, furono d’accordo perché il ragionamento fu il seguente: “se si prevede un limite per i mandati del primo cittadino perché non prevederlo anche per chi governa la Regione visto che ha molto più potere?”. In questo modo si scrisse “un principio secco”, non generico, che è di fatto “auto-applicativo”. Cioè entra in vigore dal 2004 per tutte le Regioni ordinarie che prevedano l’elezione diretta, ossia tutte, visto che nessuna ha fatto una scelta diversa in deroga. E il principio è stato ritenuto talmente valido che è stato persino inserito nella proposta di riforma del Premierato. 

Analizzando, ora, la situazione attuale, i margini per aggirare questo “principio secco” della legge sembrano davvero molto esigui. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che vorrebbe ricandidarsi di nuovo, sostiene, con una nuova normativa regionale, che la “conta dei due mandati” comincerebbe da quando la Regione recepisce la legge. E cioè da ora. Ma questa storia del “recepimento”, anche a detta di molti costituzionalisti, non reggerebbe visto che il principio essendo secco è entrato immediatamente in vigore senza che si debba recepire e il divieto di un terzo mandato consecutivo è direttamente auto applicativo. L’obiezione avrebbe avuto un senso, osservano, se avessero scritto la legge “a maglie larghe”, cioè parlando in modo generico di tetto ai mandati. Ma così non è stato.
Il Governo ha così presentato ricorso contro la legge regionale della Campania confidando in una sentenza favorevole della Corte Costituzionale. La scelta di uscire dal partito di appartenenza per candidarsi autonomamente, come annunciato da De Luca e tra le opzioni del numero uno del Veneto, Luca Zaia, anche lui colpito dal divieto, non risolverebbe comunque il problema. Il divieto del terzo mandato infatti ricade sulla persona e non sul partito. E anche se si presentassero alle prossime elezioni con liste autonome o per conto di forze politiche diverse dalle attuali, il discorso non cambierebbe. La legge, assicura ancora Ceccanti, “parla molto chiaro”.
La speranza di De Luca e Zaia potrebbe essere quella di una pronuncia a loro favore da parte della Consulta, ma si tratta di “un periodo ipotetico dell’irrealtà”, si osserva, perché questo creerebbe un precedente pericoloso visto che metterebbe a rischio varie leggi di principio che regolano le Regioni. (Ansa).

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