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Covid e bambini: nuovo studio anche in Campania

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Uno studio osservazionale presentato al 33esimo Congresso nazionale dell’Associazione culturale pediatri mostra come i campanelli d’allarme cambino in base all’età dei piccoli contagiati: sotto i 3 anni il sintomo più comune è il raffreddore, oltre quell’età è il mal di testa. Alla ricerca hanno partecipato 34 pediatri di famiglia che hanno seguito 1.947 bambini.

Le malattie croniche non sembrano influenzare la possibilità di avere una diagnosi positiva, mentre l’andamento dei contagi nei bambini varia molto in base alla regione. È più frequente che i familiari contagino i bambini e non viceversa. La distribuzione regionale si è concentrata in alcune aree specifiche del nostro Paese: Veneto (10 pediatri, 10.283 bambini), Lombardia (8, 7.390), Piemonte (6, 5.967), Sicilia (4, 3.675). Le altre regioni coinvolte sono state Campania (2 pediatri, 1.827 bambini), Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Emilia-Romagna e Lazio (1 pediatra per regione con rispettivamente 1.108, 1.050, 990 e 889 bambini).

Vaccino, insorgono i pediatri: “Anche i bambini hanno diritto a protezione”

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L’Associazione degli Ospedali Pediatrici Italiani e la Società Italiana di Pediatria, nel ribadire l’efficacia e la sicurezza della vaccinazione contro il SARS-CoV 2 in tutte le fasce di età in cui è stata praticata nel mondo, in miliardi di dosi, “difendono il diritto di bambini e ragazzi a avere la propria salute tutelata attraverso la vaccinazione”.

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Sanità Irpinia: chiusa pediatria per carenza personale medico

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L’azienda sanitaria irpina in una nota spiega di aver attivato tutte le procedure per il reclutamento di medici senza alcun riscontro per cui la sospensione sarebbe inevitabile.

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Covid, Midulla: “Serviva prevenzione attiva per più giovani”

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Fabio Midulla, ordinario di pediatria alla Sapienza, presidente della società italiana malattie respiratorie infantili avrebbe cominciato a vaccinare per prima “la popolazione degli adulti in attività, tra i 40 e i 65 anni”. Inoltre, “c’era da aspettarsi che una volta cadute tutte le restrizioni i giovani avrebbero ricominciato a prendersi a piene mani le loro libertà – aggiunge – è comprensibile. Sono stati mesi durissimi per loro. Non bastava raccomandare di stare attenti. Bisognava fare prevenzione attiva“.

Occorreva “accelerare con le immunizzazioni tra 17 e 25 anni, fra i ragazzi in odore di vacanza e divertimento – aggiunge – anche noi abbiamo svolto uno studio sulle problematiche psicologiche. I tentativi di suicidio si sono triplicati nel periodo della pandemia rispetto ai tempi normali e lo stesso vale per episodi di somatizzazione di malattie non esistenti. Il malessere si è espresso alla massima potenza. Quindi adesso non stupiamoci se c’è voglia di rifarsi”.

L’allarme da Locatelli: “19 giovanissimi morti per Covid sotto i 18 anni”

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Il Coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli in audizione in commissione in Senato ha confermato che “nella popolazione pediatrica il rischio di andare incontro a patologia grave da Covid è contenuto se non irrilevante, per tutto questo fortunatamente il prezzo pagato in termine di vite perse nella popolazione pediatrica è stato di 19 pazienti sotto i 18 anni che hanno perso la vita e spesso c’era una patologia concomitante”.

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