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Israelgate al Parlamento europeo: Pina Picierno incontra l’estrema destra israeliana

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CASERTA – L’eurodeputata del Pd Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, è tra i politici che hanno incontrato a Bruxelles i rappresentanti dell’Israel Defense and Security Forum (Idsf), un think tank israeliano di estrema destra composto da circa 35mila ex militari e riservisti.

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I guai di De Luca fanno rimpiangere la prima Repubblica

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L’Editoriale di Antonio Arricale – “Scemenze”. “Lasciamo lavorare i giudici”. “Paese di dementi”. “Parlano a capocchia”.

Per quanto tempo ancora il presidente della Giunta regionale della Campania potrà trincerarsi dietro le sue colorite espressioni nel tentativo di dribblare l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi giudiziari – diretti o indiretti – che lo attanagliano? 

Lo ha fatto anche ieri, alla presentazione del Libro Photoansa, sparando alzo zero contro tutti, in particolare quelli del suo partito.

Certo, l’arresto del tesoriere dem campano in un’inchiesta sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sarà anche un problema del commissario Antonio Misiani, ma a nessuno sfugge che Nicola Salvati è di Salerno. E, come dire, è noto a tutti che all’ombra del castello di Arechi non si muove foglia che De Luca non voglia. Insomma, anche Salvati è annoverabile, prima ancora che tra i dem, tra i deluchiani. In ogni caso, la sua nomina di sicuro non poteva essere invisa al presidente della Regione. E, comunque, Salvati – per carità, innocente fino a prova contraria, come tutti gli inquisiti – è dello stesso partito del presidente. Fino a prova contraria.

Come del resto è deluchiano e del Pd Franco Alfieri, presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio-Paestum, agli arresti domiciliari da quattro mesi, per il quale è cominciato il processo per presunti appalti truccati relativi alla pubblica illuminazione.

O come Luca Cascone, consigliere regionale e assessore ombra dei trasporti, accusato di corruzione e associazione per delinquere. O come Nino Savastano, consigliere regionale ed ex assessore al Comune di Salerno alle Politiche sociali, che pure è registrato dalla Procura come indagato. E lo stesso dicasi di Enzo Napoli, sindaco di Salerno al secondo mandato. Giusto per annotarne alcuni, senza necessariamente allargare il campo di indagine in altre province, dove di inquisiti eccellenti, tra gli eletti della lista De Luca presidente o a lui contigui di certo non mancano. Vedi il consigliere regionale Giovanni Zannini a Caserta o l’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa.

E quand’anche si trattasse di una questione giudiziaria all’incontrario – nel senso che ad essere presi di mira da magistrati di simpatie conservatrici, sarebbero appunto uomini di spicco di sinistra; oppure che si trattasse di semplice fuoco amico, i soliti magistrati, cioè, al servizio di una corrente precisa del Pd, la questione non cambia di una virgola. 

Sarà, cioè, difficile reggere, nell’arco di circa un anno – il tempo che manca alla scadenza elettorale – la pressione della campagna stampa giudiziaria che, mese dopo mese, si scatenerà contro lo stesso De Luca.

Tanto più che saranno molti a ricordare allo stesso De Luca di essere stato più volte condannato dalla Corte dei conti e, dunque, di trovarsi nella sgradita situazione di essere debitore nei confronti dello Stato per circa 800 mila euro. Seicentonovemila euro per la storia delle inutili smart card al tempo del Covid, e ancora centouno mila euro (la sentenza è stata depositata il 25 gennaio) per la storia dei vigili urbani pagati dalla Regione alla stregua di dirigenti, oltre alle spese processuali di entrambi i processi. Soldi che si sommano alle altre condanne, sempre da parte della Corte dei conti di quando “lo sceriffo” era sindaco di Salerno. 

Ma di tutto questo De Luca non parla. Dice, piuttosto, che stiamo messi “peggio della prima Repubblica”. Ed è vero. Su questo punto concordiamo.

In foto da sinistra: Franco Alfieri, Giovanni Zannini, Vincenzo De Luca, Gianluca Festa, Luca Cascone, Nino Savastano

LE FOTO. Pd, Oliviero vince la sfida con Camusso & co.: sindaci e amministratori rispondono alla chiamata alle armi. TUTTI I NOMI

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CASERTA – Erano davvero tanti coloro che, ieri sera, hanno risposto alla “chiamata alle armi” di Gennaro Oliviero. Tema dell’incontro al Russo center di Pastorano – che il presidente del consiglio regionale della Campania ha tenuto in contemporanea all’assemblea convocata dalla commissaria provinciale del Pd Susanna Camusso e dal leader regionale dem Antonio Misiani presso la Federazione provinciale (CLIKKA E LEGGI)– era il “Futuro del territorio”. Ma per Oliviero è stata una “conta”, una prova di forza, effettivamente vinta, visti i presenti, contro un partito che ha rigettato la sua tessera.

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Regione Campania, per la presidenza spunta il nome di Nunzia De Girolamo

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L’EDITORIALE di ANTONIO ARRICALE – L’indiscrezione è trapelata del tutto involontariamente dal “sancta sanctorum”, vale a dire il ristrettissimo cerchio che fa capo a Palazzo Chigi e che da qualche tempo è al lavoro – tra i molteplici impegni – anche per valutare, mettere a punto e soppesare strategie e candidature in vista delle regionali. In particolare, della Campania.

Insomma, il nome è rimbalzato fuori per un caso fortuito, a margine di un ragionamento teso a fare tabula rasa del teatrino della politica che ancora si attarda sui battibecchi del caso De Luca, in seno al centro sinistra; ma anche sulle improbabili candidature (quando non di velleitarie auto-candidature si tratti) che, a turno, fanno trapelare i partiti e i leader locali del centro destra. 

Dunque, il ragionamento della ristrettissima cerchia è stato più o meno questo, almeno per la Campania. Sul tavolo ci sono Vincenzo De Luca, Roberto Fico e, da ultimo, Raffaele Cantone, da una parte. Edmondo Ciriello, Fulvio Martusciello, Giampiero Zinzi, dall’altra. Certo, ci sarebbe in ballo anche il nome del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il quale tuttavia merita una riflessione a parte. Dunque, lasciamo perdere.

Ad un certo punto, è proprio alla luce di questi nomi che rimbalzano stancamente, ormai, sulla bocca di tutti e, soprattutto sui media, nella stanza dei bottoni qualcuno ha detto – e si può benissimo immaginare anche chi –: E se puntassimo su una donna? 

Le donne – è stato notato – sono brave in politica, soprattutto, quelle che sono ai vertici: a cominciare dalla Meloni (ça va sans dire), passando per la Schlein e arrivando alla von der Leyen) stanno mostrando di saper fare bene. La gente lo sa e lo percepisce con forza. 

Da qui all’interrogativo successivo il passo è stato, ovviamente, breve. “Sì, ma chi?”. Per la candidatura alla presidenza della terza regione d’Italia occorrerebbe una donna di esperienza politica, insomma brava e bella. 

Un identikit – giusto per notare – che corrisponde ad una delle più care amiche della premier Meloni e assai apprezzata anche dalla sorella Arianna. E che, peraltro, non a caso ha tenuto con piglio deciso l’uditorio di centro destra, proprio recentemente, nel corso di uno dei numerosi dibattiti organizzati in seno alla manifestazione Atreju. 

Il nome? Provatelo a fare voi. I requisiti richiesti ci sono tutti. L’esperienza ce l’ha (è stata ministra), la bellezza pure (recentemente, da personaggio televisivo, buca finanche lo schermo) unitamente, dunque, alla notorietà acquisita sia da politica che da conduttrice Tv. Avrebbe, invero, anche un altro punto a favore: creerebbe sicuramente scompiglio anche nel centro sinistra. Non fosse altro che per essere moglie del responsabile politico della Campania del Pd, un tale Francesco Boccia. E scusate se è poco.

In foto da sinistra: Nunzia De Girolamo, Francesco Boccia, Giorgia Meloni, Giampiero Zinzi, Martusciello Vincenzo De Luca e Raffaele Cantone

Partito democratico, Bettini: “No al terzo mandato di De Luca”

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NAPOLI Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Partito democratico, si dice contrario al terzo mandato del governatore uscente Vincenzo De Luca.

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Pd: stesso giorno, stessa ora. Oliviero ‘chiama alle armi’ i suoi fedelissimi e sfida Camusso, Picierno & co.

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CASERTA – Stesso giorno, stessa ora, ma su fronti diametralmente opposti. Gennaro Oliviero lancia il guanto di sfida al Partito democratico e “chiama alle armi”, venerdì 24 alle ore 18, gli amministratori del Partito democratico suoi fedelissimi. Incontro che, guarda casa, coincide proprio con il dibattito, alla presenza del leader regionale dem Antonio Misiani, organizzato dalla commissaria provinciale Susanna Camusso con amministratori, consiglieri provinciali e comunali del Pd di Terra di Lavoro, presso la federazione provinciale, per discutere della legge di bilancio. Confronto che si terrà, appunto, venerdì 24 alle 18.

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Salerno, Alfieri agli arresti da più di 100 giorni e il Pd solo ora rompe il silenzio: “Dimettiti”

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SALERNO – Si aprirà il prossimo 4 febbraio il processo per corruzione e turbativa d’asta che vede imputato il presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri.

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Fi e Pd in coro dalla Campania al Veneto: “No al terzo mandato”

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NAPOLI – Questa volta Forza Italia e Partito democratico sono d’accordo: no al terzo mandato per i governatori Vincenzo De Luca e Luca Zaia. Stamattina, nel corso della conferenza stampa, la premier Meloni ha annunciato che il governo impugnerà la legge.

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Marra: nel Pd necessario un radicale cambio di rotta

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CASERTA – E’ un radicale cambio di rotta quello che serve al Partito democratico di Caserta che ancora una volta si ritrova a dover sopravvivere a se stesso. Stavolta la causa è lo strappo che il Pd ha voluto, organizzato, ordito contro Gennaro Oliviero. La commissaria provinciale Susanna Camusso non ha accolto la richiesta di iscrizione al partito del presidente del consiglio regionale della Campania “ai sensi dello Statuto e del Codice etico”.

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Volano gli stracci nel Partito democratico, Oliviero: grazie a me l’ascesa della Picierno

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CASERTA – E’ finito il tempo della democrazia, ormai è guerra intestina nel Partito democratico di Terra di Lavoro ed i protagonisti della storia, Gennaro Oliviero e Pina Picierno, non se le mandano a dire.

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