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Potenza, A2 del Mediterraneo: la Polizia di Stato rinviene resti di esumazione

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Nell’ambito dei servizi predisposti dalla Polizia di Stato, finalizzati a garantire la sicurezza e l’incolumità degli utenti, si è ulteriormente incrementata ed intensificata  l’attività di controllo, prevenzione e repressione di reati da parte delle  pattuglie della polizia stradale.
Nel corso di tali controlli personale della Sottosezione Polizia Stradale di Lagonegro ha rinvenuto e sequestrato una discarica a cielo aperto di rifiuti cimiteriali, nello specifico: frammenti lignei di cofani funebri e parti di rivestimenti in zinco delle citate bare ed altri sacchetti in cellophane con all’interno calzature e capi di vestiario vetusti appartenuti a salme riesumate. Fortunatamente non sono stati rinvenuti resti umani.

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Migranti alla deriva nel Mediterraneo: Alarm Phone lancia l’allerta

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Un gommone semiaffondato con 60 migranti a bordo è alla deriva nel Mediterraneo centrale. A lanciare l’allerta è Alarm Phone: “Il gommone si sta sgonfiando e sta entrando l’acqua. Temiamo il peggio a meno che le autorità informate undici ore fa, non agiscano immediatamente”.

Poco dopo è arrivato un secondo allarme da parte dell’ Ong. Stavolta è stato riferito di una barca con 68 persone, tra cui molti bimbi, “in fuga dalla Libia”. Hanno problemi di motore, viene spiegato, “e affrontano forti venti e mare mosso… serve un intervento urgente”.

Le grotte della Campania tra Preistoria, età classica e Medioevo

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Una “carta archeologica per l’isola di Capri”, finanziato e patrocinato dai Comuni di Capri e Anacapri, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli e con la collaborazione del CNR-ISPC di Roma. Il progetto si propone l’obiettivo principale di redigere una carta archeologica come base indispensabile per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico dell’isola. Al fine di promuovere la conoscenza delle diverse fasi di studio e mettere a confronto in un pubblico dibattito i dati emersi, l’Associazione organizza tre convegni nell’arco dei cinque anni di progetto.

Il primo è stato dedicato alla ricerca archeologica in età borbonica attraverso la documentazione d’archivio e si è proposto di porre al centro dell’attenzione le indagini di scavo che si realizzarono a Capri, mettendole in relazione con altri siti delle province più importanti del Regno, vale a dire la Provincia di Napoli e la Provincia di Terra di Lavoro. Per il 2021 si è scelto di promuovere una seconda occasione di incontro, mediante l’organizzazione del secondo convegno intitolato “Le grotte tra Preistoria, età classica e Medioevo: Capri, la Campania, il Mediterraneo”. L’attenzione si sposta così su un altro tema di studio ben rappresentato a Capri, ma meritevole di indagine anche a livello generale e regionale: il vivere in grotta nella sua dimensione pratica, quotidiana e utilitaria oppure simbolica e ritualizzata.

Questa tematica, così come quella affrontata precedentemente, si presta facilmente a un’analisi interdisciplinare con la compartecipazione di archeologi, storici e storici dell’arte, favorendo inoltre la possibilità di condurre un’indagine in diacronia, che metta a confronto le diverse funzioni o i mutevoli significati assunti dallo spazio della grotta nelle diverse epoche storiche. Anche in questo secondo incontro di studi, l’indagine sulle antichità capresi non potrà prescindere dal confronto con altri siti campani nei diversi periodi storici. Così nel convegno si darà ampio spazio a interventi sia di carattere generale sia incentrati su particolari casi studio.

Mediterraneo da 60 mln di euro. Unesco, qui il 40% degli occupati nella blue economy europea

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Il nostro paese riveste un ruolo importante dal punto di vista ambientale: il suo mare si stima che sia responsabile del sequestro di 13.2 milioni di tonnellate annue di carbonio, il valore più alto tra gli stati membri della Ue nel Mar Mediterraneo. Non è un caso che in Europa il 40% dell’occupazione dell’economia marittima si trova nel Mediterraneo (1,78 milioni di dipendenti), il 29% nell’Oceano Atlantico (1,29 milioni di dipendenti) e solo il 20% nel Mare del Nord (0,87 milioni di dipendenti).

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