DAILY MAGAZINE

Tag archive

giorgio magliocca

Caos Provincia, udienza cautelare al Tar Campania: De Rosa e Di Monaco in attesa del “giudizio”

in News by

CASERTA – Si è tenuta stamattina l’udienza cautelare al Tar della Campania, sul ricorso promosso da Marcello De Rosa contro il quale la Provincia, con provvedimento firmato dall’allora presidente facente funzioni Gaetano Di Monaco, si è costituita in giudizio, affidandosi alla cura legale dell’avvocato Chicco Ceceri.

leggi tutto…

IMPRENDITORI & IMPRESE / Area Industriale di Calitri (Av): il lotto dei misteri e le ombre lunghe di Vittorio Civitillo e Luigi Manco

in Inchieste/N-Style by

CALITRI (AV) – di ANTONIO ARRICALE – Nell’area industriale di Calitri, in provincia di Avellino, c’è una zona d’ombra, quasi misteriosa, di cui probabilmente molti sanno, ma stranamente non parlano. A cominciare da chi pure sarebbe deputato a farlo: i vertici dell’Asi, per esempio, ma anche il Comune.

Sarà perché da queste parti anche un solo posto di lavoro, benché precario, vale più dell’oro e, dunque da custodire e preservare, costi quel che costi? Sarà per semplice accidia, nel senso che magari manca la voglia di lavorare per mettere almeno ordine nelle carte e nelle informazioni? Sarà perché fingere di non sapere evita di impelagarsi in chissà quale rogna burocratica? Sarà, semplicemente, perché, in fin dei conti, non ce ne importa gran che delle magagne societarie che magari – hai visto mai – si nascondono dietro una storia di ordinaria follia industriale?

Sarà, insomma, quel che sarà: sta di fatto che, quando si chiede del lotto numero 9, frazione 1, frazione 2 e frazione 3 l’unica cosa che si sa sono i nomi sulla piantina topografica dell’Asi e niente altro.

Perché, allora, questo muro di impenetrabile silenzio?

Per saperne di più cominciamo, allora, dalle cose note. Il lotto 9/1 – si legge sulla mappa del sito Asi – è assegnato alla Ecopiombo Spa. Il lotto 9/2 è assegnato invece alla Accu Sud srl. Il lotto 9/3 è assegnato infine alla Nuova Sam Spa.

Tutto a posto, dunque? Sembrerebbe, anche se così non è. Intanto, perché i nomi delle aziende cui sono assegnati i lotti di terreno industriale, non esistono se non sulla carta. Si tratta, infatti, talvolta di scatole vuote, talaltra di aziende inesistenti, infine addirittura di aziende fallite. Sigle, acronimi, ragioni sociali che comunque hanno avuto una storia industriale – ma sarebbe meglio dire, una pseudo-storia – all’ombra delle quali sono nate, e magari anche vissute e morte, altre realtà industriali, che non sempre hanno apparenti punti di contatto con la prima.

Almeno, così sembra. E allora, ai dubbi e alle domande che già non mancano, se ne sommano altre. Si tratta, dunque, di scatole cinesi? O, se preferite, di matriosche, di bambole russe? Potrebbe anche darsi. Ma non è detto.

La sensazione è di trovarsi in un ginepraio. O, meglio, in un labirinto da cui per uscire ci sarà bisogno del famoso filo di Arianna. Proviamo, allora, a seguirne uno. E “start where you are”, direbbero gli inglesi.

Cominciamo, dunque, dal lotto 9/1. Si tratta di 4 mila 734 metri quadrati di superficie assegnate ad Ecopiombo Spa. La scheda dell’industria, sul sito Asi, è molto scarna: recupero piombo e materiale plastico e un numero di appena dieci dipendenti. Non c’è altro riferimento: non una partita iva, non un indirizzo della sede sociale, non un recapito né un numero telefonico. Niente.

Scava, scava, allora, emerge intanto che la società per azione, non esiste. O non più, almeno. Si deve parlare, infatti, di una Srl, società a responsabilità limitata, in cui la precedente Spa è stata trasformata. E, in questo caso, comunque la società che ne è derivata non presenta bilanci dal lontano 2020. Non solo, la Ecopiombo srl ha debiti per oltre cinque milioni, di cui la stragrande maggioranza – ben 4,5 milioni – nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. La restante parte, 500 mila, è con la società di Vittorio Civitillo, che li reclama dall’altro socio, tale Luigi Manco. Tra i due, ovviamente, pendono più liti in tribunale oltre a denunce penali che si trascinano da tempo. 

Ad ogni buon modo, sarà interessante intanto sapere che Vittorio Civitillo è il nuovo patron della Menarini Spa, marchio famosissimo di autobus, con fabbrica a Flumeri, altra area industriale in provincia di Avellino, il centro ricerche a Bologna e la sede sociale a San Potito Sannitico, nell’Alto Casertano, ai confini col Sannio. Mentre il commercialista dott. Luigi Manco, radiato dall’ordine a Maggio 2015, figura poliedrica di industriale e uomo di affari, nonché politico e assessore al comune di Napoli nel 1993, è già passato alla cronaca per aver testimoniato a seguito del sequestro di quattro microcassette dagli inquirenti, nel suo ufficio di commercialista a Napoli, con le quali faceva scoperchiare il giro di mazzette che diede origine alla cosiddetta Tangentopoli napoletana.

E per il momento, però, fermiamoci qua, perché la storia del lotto 9/1 è ancora più lunga e intricata e il lettore, assieme al cronista, rischia di perdersi.

Il lotto 9/2, invece, è assegnato alla società Accu Sud srl. In questo caso si tratta di una porzione di 10 mila 363 metri quadrati, su cui appena due dipendenti dovrebbero produrre o, comunque, manipolare accumulatori con pile e batterie. E anche in questo caso, nemmeno a ricordarlo, mancano tutti i riferimenti societari. Perché? Semplice, perché l’azienda è fallita nel 2015 (Luigi Manco ha debiti per oltre 735 mila euro nei confronti del Fallimento, come da sentenza 4424/2022) mentre il lotto di terreno è stato acquistato da Repiombo srl, società che ritroveremo in seguito, quando torneremo a parlare del lotto 9/1. Per adesso basti sapere, in ogni caso, che questa azienda è cessionaria di Ecopiombo srl, la quale ha subito il pignoramento del capannone dal creditore Simest spa con relativa Asta 42/2016, e che del Cda è presidente Andrea Civitillo, subentrato al fratello del già citato Vittorio, mentre l’amministratore delegato è Alberto Fina, e ha un numero di appena sei dipendenti.

Stessa discorso, evidentemente, vale anche quando si parla del lotto 9/3, assegnato alla Nuova Sam Spa, di cui la scheda registra, però, molti più dati. Per esempio che è stata costituita nel 1999, ma che dal 2012 i dati non sono più aggiornati, che dispone di un lotto di quasi 3 mila metri quadrati di terreno (2 mila 990 a voler essere pignoli) che dovrebbe produrre accumulatori al piombo e che dovrebbe dare lavoro a otto dipendenti. Dell’azienda ci sono anche i numeri di telefono (0827 38995-6) e perfino un indirizzo e-mail (calitri@samaccumulatori.com). Solo che la società per azioni non esiste, è stata infatti trasformata in società a responsabilità limitata, la quale – a sua volta – nemmeno a dirlo, risulta fallita nel 2019, non senza prima essere stata trasformata in Nuova Sam srl, di cui si è detto fallita nel 2019. Fallimento chiesto dai lavoratori per mancati pagamenti, stipendi e Tfr.

E a proposito di Nuova Sam, poco importa se Spa e Srl, percorrendone a ritroso la storia, inevitabilmente ci si imbatte ancora una volta in Luigi Manco e di rimbalzo Vittorio Civitillo.

Questa la situazione, al momento, dei tre lotti misteriosi: 9/1, 9/2, 9/3. Dei quali, se si prova a chiedere, intanto si ottengono soltanto risposte evasive. E, in ogni caso, vi dicono che in quell’area la produzione è attiva. Di più, non si riesce a sapere. Non per vie ufficiali, almeno. Per vie ufficiose, invece, si sa che nei due lotti 9/1 e 9/2 al momento sono addirittura sei le società che vi operano, oltre al fallimento Nuova Sam srl nel lotto 9/3, ma che non si vedono: Repiombo Srl, Pmimmobiliare Srl, Fib Sud Srl, Ec Battery Srl Semplificata, Service Industrial Srl, Ecopiombo srl.

E, dunque, la situazione si complica ancora di più. Armiamoci, dunque, di bussola, carta e penna, perché ne avremo bisogno.

(Nelle foto, in apertura dell’articolo l’Area industriale di Calitri; a seguire, Vittorio Civitillo e una foto d’archivio di Luigi Manco; infine, la descrizione dei lotti sul sito on line dell’Asi)

Di Monaco via da Lega, maggioranza, commissione: l’ex facente funzioni della Provincia perseguitato dalla sfiga

in N-Style/News by

CASERTA/SANTA MARIA CAPUA VETERE – Fuori dalla Lega, fuori dalla maggioranza consiliare e, ora, anche fuori dalla commissione Urbanistica del Comune di Santa Maria Capua Vetere.

leggi tutto…

Provincia, blitz dell’Arma. Il sindaco di Sparanise “consola” Magliocca mettendolo a capo dei Servizi Amministrativi, Tributi e Finanze. LEGGI IL DECRETO

in News by

SPARANISE – (R.S.) L’inchiesta che ha portato la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ad indagare Giorgio Magliocca per il reato di corruzione, non si è certo chiusa, anzi. Un nuovo fronte di indagine è quello dei concorsi per l’assunzione di personale alla Provincia di Caserta.

leggi tutto…

Il Tar: “Il presidente dimissionario perde potere” Illegittima la nomina di Gaetano Di Monaco

in N-Style/News by

CASERTA –Il Presidente del T.A.R. della Campania, con Decreto 2466, accogliendo la richiesta del consigliere provinciale Marcello De Rosa, rappresentato dall’avvocato Fabrizio Perla, ha accolto la domanda cautelare di misura monocratica.

leggi tutto…

Provincia di Caserta, il Tar dà ragione a De Rosa e i cittadini riprendono a sperare

in Editoriale/N-Style/News by

L’EDITORIALE DI ANTONIO ARRICALE – Grande è la confusione sotto il cielo della Provincia di Caserta. Quest’ultima intesa, ovviamente, come ente pubblico. Anzi, come l’ente di via Lubich, che da due mesi vive nel più totale caos istituzionale.

leggi tutto…

Provincia di Caserta, ecco le motivazioni del provvedimento

in N-Style/News by

La domanda cautelare è stata ritenuta meritevole di accoglimento dalla Prima sezione del Tar Campania.
Con provvedimento monocratico del Presidente dr. Vincenzo Salamone, pubblicato oggi 28 novembre 2024, è stata sospesa l’efficacia del Decreto del Presidente della Provincia di Caserta n. 37 del 14.11.2024 con cui l’Avv. Giorgio Magliocca, già precedentemente dimessosi dalla predetta carica in data 25.10.2024 con nota prot.n. 61107 del 25.10.2024, con dimissioni dallo stesso dichiarate “irrevocabili” e difatti mai revocate, ha disposto la revoca dell’incarico del ricorrente Vice Presidente Marcello DE ROSA in carica dal 09.02.2024 e nominando quale nuovo Vice Presidente il consigliere Gaetano Di Monaco “rettificando in parte qua” sottolinea il TAR ,il precedente Decreto n. 5 del 09.02.2024.

leggi tutto…

Provincia di Caserta, De Rosa torna in sella: accolto il ricorso. Di Monaco torna a casa

in N-Style/News by

CASERTA – Il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva del consigliere provinciale Marcello De Rosa che contestava la defenestrazione dal suo incarico di vicepresidente facente funzioni, decisa all’ultimo momento dal presidente dimissionario Giorgio Magliocca.

leggi tutto…

Provincia, approvati bilancio e debiti: Pellegrino presidente dei revisori bis. Il ricorso di De Rosa spada di Damocle per Di Monaco

in N-Style/News by

CASERTA – Ha diretto, con il sostanziale e fondamentale supporto della segretaria Elena Inserra, il consiglio provinciale, ben sapendo che sulla sua testa pende la spada di Damocle del ricorso presentato dall’ex vice presidente Marcello De Rosa.

leggi tutto…

Provincia di Caserta, sulla riunione del Consiglio aleggia il ricorso del consigliere De Rosa e il contro-ricorso del presidente f.f. Di Monaco

in News by

CASERTA (Antonio Sanfelice) – Sul Consiglio provinciale che si riunisce in tarda mattinata domani (mercoledì 27 novembre, ore 12) aleggia l’ombra del ricorso presentato dal consigliere Marcello De Rosa, vice presidente in carica e, dunque, presidente facente funzione, prima di essere scaricato dal dimissionario presidente Giorgio Magliocca, nel corso della conferenza stampa del 14 novembre scorso, ultimo giorno (dei 20 concessi dalla legge) utile per un eventuale ripensamento, che – come si sa – non c’è stato.
Ricorso che è stato impugnato dalla Provincia, su iniziativa dell’attuale presidente facente funzione, Gaetano Di Monaco, subentrato appunto al ricorrente. E se De Rosa, per far valere le sue ragioni, si è affidato all’avvocato Fabrizio Perla per ritornare allo “statu quo ante”, la Provincia ha incarico l’avvocato Giuseppe Ceceri per difendere invece lo status quo. Ovviamente, De Rosa chiede, nell’immediato, come usa nella circostanza, la sospensione dell’atto che – se accolta – dovrebbe avvenire in tempi brevissimi. Con il rischio, dunque, di mandare a carte quarantotto il tutto e di ingarbugliare ancor più, se possibile, una situazione politico-amministrativa già molto complicata, peraltro, dalla mancata applicazione letterale dello Statuto dell’Ente.
Ma tant’è. Che cosa avverrà, dunque, in Consiglio provinciale – alla luce delle ultime mosse e contro mosse amministrative – non è dato sapere. Di certo, le novità – è lecito supporre – non mancheranno anche alla luce delle prese di distanza rispetto alla gestione Magliocca di alcuni consiglieri. Primo fra tutti, Giovanni Iovino, vice sindaco di Cellole, eletto consigliere provinciale con 5.358 preferenze nella lista “La Provincia al Centro” organizzata dal consigliere regionale Giovanni Zannini, fedelissimo del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, Pd, in una con il presidente della Provincia, Giorgio Magliocca, di Forza Italia. Iovino, dichiaratosi indipendente, in un’intervista rilasciata a Notix.it, ha fatto sapere di sentirsi libero da ogni impegno politico ed eventualmente votare sulla valutazione di ogni singolo atto.
La verità è che, sia pure non manifestata, la posizione di Iovino è un po’ quella della maggior parte dei consiglieri provinciali, tra i quali non pochi – infatti – sono quelli che nutrono perplessità sugli atti portati all’attenzione del Consiglio provinciale, domani. E che avrebbero dovuto discutere preliminarmente in un vertice di maggioranza già stasera, ma che è stato rinviato a qualche ora prima della riunione del Consiglio.
Perplessità che si addensano su almeno tre questioni: l’elezione dell’organo di revisione economico per la cui presidenza ci sono cinque candidature (Domenico Ciaramella, Carlo Benincasa, l’uscente Aldo Pellegrino, Pasquale Volino e Luciana Catalana). Il riconoscimento di debiti fuori bilancio per un ammontare di almeno mezzo milione di euro, con richieste sostenute da sentenze passate in giudicato (ma si tratta pur sempre di debiti risalenti ai primi anni dell’amministrazione Magliocca. Infine, la variazione del bilancio corrente e del bilancio triennale, su cui non è dato sapere di più sulle somme spostate da un capitolo di spesa ad un altro. In questo caso, l’elemento che proprio non va a genio a più è il fatto che il presidente dimissionario abbia preso decisioni nella più assoluta solitudine, fatta salva – dicono – la consultazione con il solito Zannini.

Go to Top