Martusciello va alla guerra, ma sbaglia esercito
L’Editoriale di Antonio Arricale – Suvvia, siamo seri, ma davvero il centro-destra (o una parte di esso) pensa di conquistare la Regione Campania con le intemerate di Fulvio Martusciello? Davvero si arriva a pensare che i cori contro Antonio Tajani a Pontida, strillati da quattro ragazzi esaltati e senza sale in zucca, possano riscaldare gli animi degli elettori campani e spingerli ad andare alle urne, per votare magari – ma si tratta più di un sogno che di un’aspirazione – il candidato del centro, senza la destra, che Martusciello ipotizza essere sé medesimo? Ma dai.
Ricapitoliamo per i lettori che se lo fossero perso. “Le offese rivolte ai casertani e ai napoletani sono vergognose e inaccettabili” ha detto Martusciello, ieri, rivolgendosi all’omologo collega della Lega, qui in Campania, Gianpiero Zinzi. E con aria minacciosa ha aggiunto: “Sia chiaro, o la Lega fa una scelta civica, o non ci sarà nessun apparentamento per le regionali in Campania”.
Ora, a parte l’insulsaggine dell’affermazione, che peraltro sottintende un vuoto assoluto di strategia politica, sull’episodio richiamato da Martusciello è stato lo stesso segretario della Lega, Matteo Salvini, a chiedere immediatamente scusa a Tajani, che ha accettato. E, dunque, ha derubricato lo spiacevole episodio per quello che è: una cretinata. Come, del resto, spesso se ne sentono uscite dalla bocca degli uomini e dello stesso Salvini. E temo, purtroppo, che non sarà neanche l’ultima. Ma questo è un altro discorso.
Il punto che, invece, qui mi preme sottolineare – in un disegno non proprio impossibile di riconquistare Palazzo Santa Lucia o, se preferite, defenestrare definitivamente l’attuale presidente Vincenzo De Luca ed il suo sistema politico non proprio adamantino – è che da un personale politico serio e responsabile ci si aspetterebbero ben altre azioni di opposizione. Per esempio, di smascherare le magagne della sanità, su cui lo sceriffo ha costruito gran parte del suo granitico potere. E che gli fanno reclamare – con incredibile faccia tosta – altre risorse al governo centrale, senza avvertire il dovere di dar conto della qualità della sua spesa (oltre 550 milioni, per capirci: 110 miliardi delle vecchie lire). Ci saremmo attese parole dure, durissime rispetto agli scandali che stanno emergendo, con politici arrestati o inquisiti, un po’ in tutta la Campania. Ci saremmo aspettati non parole dure, ma autentiche filippiche contro il consigliere regionale Giovanni Zannini e magari una tiratina di orecchi anche al suo amico di partito Giorgio Magliocca, che col primo sembra tazza e cucchiaio, a giudicare non da uno ma da ripetuti fatti politici.
Ma probabilmente sarebbe stato troppo. Al binomio Zannini-Magliocca, infatti, l’attento Martusciello deve anche parte del suo successo elettorale in provincia di Caserta. Nelle 18mila 484 preferenze riportate, infatti, c’è anche lo zampino dei due.
Ora capisco: meglio parlare di Pontida. E di Zinzi. Ma sì.
(Nella foto: Fulvio Martusciello, a sinistra, e Gianpiero Zinzi)