Un trentacinquenne e un quarantaseienne sono ritenuti gravemente indiziati del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore locale.
Una vera e propria associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, che esercitava estorsione con metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, anche da guerra.
Niko De Luca, 29 anni, Francesco Lepore, 27 anni, e Marco Chiariello, 22 anni, sono i tre beneventani finiti sotto processo per estorsione ai danni della ‘Trotta bus”, in una inchiesta del sostituto procuratore Maria Colucci e dei carabinieri.
Un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento e dai i Carabinieri della Stazione di Grottaminarda ha consentito l’esecuzione di un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Grottaminarda, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura.
La Guardia di Finanza di Cassino ha arrestato tre persone, di cui una attualmente in carcere e due ai domiciliari, per estorsione e usura, reati aggravati dallo stato di bisogno della vittima, un imprenditore di Cesa, in provincia di Caserta, minacciata con delle armi da fuoco per costringerla a pagare.
La Squadra mobile della Questura di Bari e dei Carabinieri del Comando provinciale, denominata ‘Vortice Maestrale’, coordinati dai PM Lidia Giorgio e Marco D’Agostino in collaborazione con la Dna hanno ricostruito gerarchia e attività illecite del clan tra il 2015 e l’attualità per il controllo del territorio nei quartieri baresi Libertà, San Paolo, San Pio-Enziteto, Santo Spirito e San Girolamo e nei comuni di Palo del Colle e Conversano.
E’ accaduto sulla Statale Sannitica, a Casoria: un negozio gestito da cinesi è stato l’obiettivo di alcuni malviventi. Stando ad una prima ricostruzione, sei uomini hanno fatto irruzione nel negozio e, armi in pugno, sono riusciti a farsi consegnare l’incasso. I malviventi hanno sottratto anche l’arma al vigilante di pattuglia.
Secondo quanto emerso dalle indagini, tre pregiudicati ventenni arrestati dalla Polizia, avrebbero imposto ad un giovane titolare di una rivendita di articoli di profumeria e per l’igiene personale, nel quartiere Libertà di Bari, tramite pagamento di 20mila euro come “pizzo” dovuto al clan.
L’attività investigativa, diretta da Eligio Paolini della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, ha concesso di fermare un di un uomo di origini calabresi, ritenuto contiguo alla ‘ndrina Bellocco di San Ferdinando con l’accusa di estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore toscano.
Arrestato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso un 31 enne venezuelano pregiudicato. L’uomo avvicinato un imprenditore edile di Afragola e chiesto duemila euro, destinati a garantire la “protezione” del cantiere dove stava lavorando.
Il venezuelano ha riferito che sarebbe passato nei giorni successivi per riscuotere. Di contro l’imprenditore non ha ceduto e ha denunciato tutto ai carabinieri della sezione operativa di Casoria, che hanno organizzato un servizio di appostamento. Prima che potesse allontanarsi, è stato bloccato, arrestato e condotto al carcere di Secondigliano.