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covid - page 35

Covid e fasce di rischio: intensive oltre il livello massimo in due Regioni

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L’isola è l’unico territorio italiano che supera tutti i parametri ritenuti critici per poter rimanere in zona bianca, con incidenza di 79,5 casi ogni 100mila abitanti, reparti ordinari occupati al 17,3% e terapie intensive al 10,7%. Intensive oltre il livello massimo anche a Bolzano, reparti medici in Calabria e Basilicata.

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La denuncia di Sileri: “Durante la pandemia calo delle altre diagnosi”

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Lo ha sottolineato, nel corso di “Timeline”, il sottosegretario alla Salute, secondo cui “dobbiamo sconfiggere il Covid, per tornare ad una operatività del 100%”.

Per farlo, ha detto, occorre “passare da una fase di pandemia ad una di endemia: purtroppo il Covid esiste, esisterà, qualcuno si ammalerà sempre di Covid, verosimilmente si ammalerà in forma più grave chi non è vaccinato mentre chi lo è in forma meno grave, ma questa è una malattia che è entrata nei nostri libri”.

Concerti, la richiesta degli artisti: “Capienza al 100%, Green pass e mascherine per ripresa”

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Oltre 300 nomi del mondo dello spettacolo, uniti a promoter e associazioni di categoria, chiedono al governo che si valuti una riapertura totale entro il 31 ottobre 2021, “per non compromettere anche la stagione 2022”. Oltre al certificato verde e ai dispositivi di protezione individuale, tra le proposte del settore anche la rilevazione della temperatura all’ingresso. Scartato l’obbligo vaccinale e no al distanziamento fisico.

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Morti bianche: la mappatura della mortalità per Covid sul lavoro

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La mappa della mortalità per Covid sul lavoro non cambia: Lombardia, Campania, Liguria, Abruzzo, Puglia e Molise. Si riconfermano come regioni con il più alto rischio di mortalità per Covid sul lavoro rispetto alla popolazione occupata in 20 mesi di pandemia.

Questa la prima proiezione prodotta nell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sull’emergenza sanitaria nel Paese sulla base di dati Inail.

Una mappatura che vede ancora una volta il rischio di mortalità meno elevato in Trentino Alto Adige, Basilicata, Sardegna, Toscana, Calabria e Veneto.

Ed è proprio il Veneto che anche dopo 20 mesi di emergenza sanitaria risulta essere la regione con il minor rischio di mortalità tra le regioni con il più alto numero di occupati. Infatti, rispetto ad un’incidenza media nazionale pari a 32,6, il Veneto fa registrate un indice di 15,6. Ben lontano dai più preoccupanti valori di Lombardia (43,4) e Lazio (34,6). Tra gli indici più preoccupanti si rilevano quelli di Molise (75,7), Campania (56,9), Abruzzo (53,2) e Liguria (44,9).

Inail: “Più donne contagiate sul lavoro ma muoiono di più gli uomini”ad eccezione della Campania

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La maggioranza dei casi mortali riguarda gli uomini (83,1%) e i lavoratori nelle fasce di età 50-64 anni (71,5%), over 64 anni (18,9%) e 35-49 anni (8,9%), mentre tra gli under 35 si registra solo lo 0,7% dei morti. Allargando l’analisi a tutti i contagi sul lavoro da Covid-19, il rapporto tra i generi si inverte. La quota femminile sul totale delle denunce, infatti, è pari al 68,5%. Emerge dal 19esimo report nazionale sui contagi sul lavoro da Covid-19 elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, pubblicato oggi insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento regionali.

Il numero delle lavoratrici contagiate supera quello dei lavoratori in tutte le regioni, a eccezione della Calabria, della Sicilia e della Campania, dove l’incidenza delle donne sul complesso delle infezioni di origine professionale è, rispettivamente, del 47,9%, del 46,1% e del 44,3%.  L’età media dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per i contagiati di entrambi i sessi e 58 e mezzo per i deceduti (57 per le donne, 59 per gli uomini). Il 42,5% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni. Seguono le fasce 35-49 anni (36,6%), under 35 anni (18,9%) e over 64 anni (2,0%).

Green pass e sport, Vezzali: “Verso 75% capienza impianti, obiettivo 100%”

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“Lo sport è la locomotiva emotiva del paese, insegna a gestire il tempo e a organizzarlo al meglio”. Lo ha detto il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali.

Parlando poi del problema Covid e del vaccino, Vezzali ha detto che la situazione epidemiologica è migliorata e ieri con il Cts con cui abbiamo discusso è emersa la volontà di andare verso la capienza più ampia negli stadi. Verso il 75 per cento all’aperto e il 50 per cento al chiuso. L’obiettivo è arrivare gradualmente alla presenza totale”.

Monitoraggio Iss: Rt nazionale in netta discesa

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Continuano a scendere l’incidenza dei casi di Covid in Italia e l’indice di trasmissibilità Rt, secondo quanto emerge dal monitoraggio settimanale sull’epidemia da Covid-19 all’esame della cabina di regia. Nel periodo 1-14 settembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,82 (range 0,81 – 0,82), al di sotto della soglia epidemica ed in diminuzione rispetto alla settimana precedente quando era 0.85. L’ incidenza per il periodo 17-23 settembre è scesa a 45 casi ogni 100mila abitanti rispetto ai 54 della scorsa settimana.

La Sicilia rimane con valori da zona gialla, anche se starà alla Cabina di Regia e poi eventualmente al ministro Speranza decidere un’eventuale “promozione” in bianco, alla luce del trend di calo dei ricoveri. Al 21 settembre, secondo gli indicatori decisionali al vaglio della Cabina di Regia riunita questa mattina, l’isola ha ancora il 10,7% di terapie intensive occupate (la soglia è 10%) e il 17,3% di ricoveri ordinari (la soglia è 15%). Supera invece la soglia delle intensive (11,3%) ma non quella dei ricoveri ordinari (3,8%) la Provincia di Bolzano.

Al contrario, sono sopra soglia per i ricoveri ordinari Basilicata (15,4%) e Calabria (18,5%), che però entrambe hanno le terapie intensive sotto il 10% (rispettivamente al 4,8% e al 7,7%). Italia che rimane tutta bianca, dunque, a eccezione della Sicilia su cui come detto pende la valutazione di oggi, ma alla luce dei dati sembra probabile la permanenza in giallo per un’altra settimana.

In Campania 450mila dosi somministrate da medici di famiglia

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Sono 450mila le dosi somministrate dai medici di medicina generale in Campania, 30mila delle quali con vaccinazioni domiciliari ai cittadini che altrimenti non avrebbero potuto raggiungere gli hub vaccinali, i distretti o gli studi medici.

Nella sola città di Napoli i medici di medicina generale hanno inoculato 62.500 dosi e realizzato 16mila vaccinazioni domiciliari. A fare il punto sullo sforzo della medicina di famiglia campana per somministrare le vaccinazioni anti Covid è la Fimmg Napoli.

Covid Campania: 419 nuovi casi nelle ultime 24 ore

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Sono 419 i nuovi casi di Coronavirus in Campania a fronte dei 18.877 tamponi analizzati: questi sono i dati contenuti nel bollettino odierno diramato come di consueto dall’Unità di Crisi. Si registrano 3 deceduti nelle ultime 48 ore. Per quanto riguarda il report posti letto in terapia intensiva, dei 65, 14 sono occupati, mentre sono 282 i posti letto di degenza occupati.

Covid, Crisanti: “Terza dose per tutti dopo 6 mesi per bloccare trasmissione virus”

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La terza dose di vaccino anti-Covid necessaria per tutti dopo 6 mesi dalla seconda, “per avere un livello di protezione che in qualche modo blocca la trasmissione” del virus“. Lo dice il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova.

“Il rischio più grosso che corriamo secondo me – afferma – è quello che il vaccino ha una durata di circa 6 mesi e quindi siamo costretti a rincorrere il virus e a iniziare la terza dose. Quindi di fatto adesso abbiamo persone che si devono ancora fare la prima, persone che devono completare con la seconda e persone che devono iniziare la terza. Insomma, una situazione un po’ complessa”.

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