Un trentaduenne è stato ferito in un agguato a colpi di pistola nella serata di ieri a Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza. Le sue condizioni, da quanto si è appreso, non sono gravi. Il trentaduenne, che sarebbe stato raggiunto ad una gamba e al piede, subito dopo il ferimento è stato soccorso e trasportato all’ospedale di Castrovillari.
Nel corso dell’operazione “Amici in Comune” condotta dai finanzieri della Tenenza di Scalea sono state eseguite 9 misure interdittive nei confronti dell’ex sindaco di un altro comune, imprenditori e funzionari emesse dal gip su richiesta del procuratore di Paola Pierpaolo Bruni.
Nella notte un convoglio ferroviario, composto da tre carrelli, sul quale viaggiavano degli operai, è deragliato nella notte nei pressi di Santa Maria di Montalto Uffugo, in provincia Cosenza. Nell’incidente una persona è rimasta ferita ed è stata trasportata nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.
E’ stato fermato il “re delle truffe”, ovvero un sessantatreenne, originario della provincia di Cosenza, autore di numerosi crimini informatici. Secondo quanto emerso, l’uomo si nascondeva in un piccolo centro alle porte di Roma e apparteneva ad un’organizzazione transnazionale dedita alla falsificazione di strumenti di pagamento ed alle frodi informatiche.
A seguito del ‘colpo’ con analoghe modalità del 30 gennaio scorso all’armeria Diana Sport di Cosenza, ne segue un’altra. Questa volta è toccato all’armeria Gentile a Quattromiglia, nella città di Rende. Durante la notte, intorno alle 4.30 è scattato l’allarme e sono giunti tempestivamente i carabinieri e gli uomini della vigilanza, che hanno effettuato i rilievi del caso.
In base ai risultati dei 350 tamponi molecolari che i sanitari della task force dell’Asp di Cosenza eseguiranno nelle prossime ore, si cercherà di circoscrivere un possibile focolaio da Covid 19 sviluppatosi all’interno di un call center a Rende.
Molteplici condotte illecite attraverso contratti di cessione e/o locazione di beni e rami d’azienda, senza corrispettivo, stipulati con diverse imprese intestate a parenti diretti degli arrestati, di fatto sempre gestita da loro, consentendo la distrazione e la dissipazione del compendio aziendale, per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro, già sottoposto a sequestro.
