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carcere - page 2

Benevento, il carcere in ginocchio per via del Covid

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Sono una cinquantina i detenuti contagiati nel carcere di Benevento che ora sono “in ginocchio” a causa della mancanza “di personale di Polizia Penitenziaria, di personale sanitario, di mezzi e di spazi idonei a far fronte a questo periodo epidemiologico”.

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Rieti, esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere

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Si comunica, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato ( che, in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari, è da presumersi innocente fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza) che, nei giorni scorsi personale della Squadra Mobile della Questura di Rieti ha dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rieti, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Rieti, con cui è stata disposta l’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati  dalle persone offese con applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di un reatino.

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Modena, traffico di stupefacenti 19 persone in carcere

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Sono durate quasi 4 anni le indagini, partite nel 2018, condotte dalla Squadra mobile e dai Carabinieri di Modena.

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Smaltimento illecito di rifiuti, 8 arresti a Latina

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Il leader del gruppo è finito in carcere, altri sette complici sono agli arresti domiciliari mentre ad altre due persone è stato notificato il divieto di esercitare attività imprenditoriali.

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Genova, deve scontare 3 anni e mezzo di carcere. Trovato in albergo e arrestato

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Ieri è andato a pernottare in un hotel  del centro storico di Genova

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Napoli, detenuto salvato dagli agenti dopo avere incendiato la propria cella

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Suicidi nel carcere di Benevento, Barbone: “La questione impone una seria riflessione”

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C’è preoccupazione per i due suicidi verificatisi negli ultimi mesi presso il Carcere di Benevento e l’avvocato Simona Barbone, che presiede la Giunta della Camera penale di Benevento rimarca l’importanza di porre l’attenzione sulla questione.

“Il progressivo scemare dell’emergenza pandemica rischia – sottolinea la presidente – di distrarre da quelli che restano gli allarmi cogenti che provengono dal sistema carcerario. Quanto accaduto presso l’Istituto penitenziario sannita in pochi mesi è solo lo specchio di quanto avviene a livello nazionale ed impone una seria riflessione. Le morti per suicidio di due giovani detenuti e quelle che si verificano ogni anno, in crescita (nel 2020, 61 persone si sono tolte la vita negli istituti di pena italiani, numero senza precedenti, 11 suicidi ogni 10.000 persone, con un’età media di 39,6 anni) secondo il XVII Rapporto annuale dell’Associazione Antigone, ‘Oltre il virus‘, nonostante lo spopolamento conseguente alla pandemia e all’incremento di misure alternative concesse, devono smuovere le coscienze e destare le menti di esecutivo, legislatore, addetti ai lavori e società civile”.

In Campania – spiega ancora la Barbone – le strutture dotate di personale qualificato e settori specializzati concretamente attivi in materia psichiatrica sono limitate e spesso carenti di personale e mezzi. Solo due le REMS per i soggetti in misura di sicurezza, già allo stato colme, quelle definitive di San Nicola Baronia, in provincia di Avellino e Calvi Risorta, in provincia di Caserta (le strutture temporanee di Mondragone e Vairano Patenora sono in dismissione). Le Camere penali campane – con i propri delegati dell’Osservatorio carcere – hanno istituito insieme al Garante regionale dei detenuti un tavolo tecnico per il monitoraggio e la denuncia, altresì, di tali problematiche, con l’intento di segnalare criticità e proporre soluzioni in concreto. Occorre in ogni caso uno sforzo economico per dotare gli Istituti di personale (non solo medico, ma anche di sorveglianza e controllo) e di mezzi.

Allarme carceri campane: detenuto si impicca a Secondigliano

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Era giunto a Secondigliano da quasi un anno, proveniente da Torino, dove era evaso durante un permesso. Aveva un fine pena breve, nel 2024. Il detenuto era molto seguito dal carcere, aveva effettuato diverse visite psichiatriche, era ristretto in una sezione aperta, aveva ripetutamente chiesto di essere trasferito in un carcere del nord poiché i suoi familiari risiedono in Germania.

Il garante Campano dei detenuti Samuele Ciambriello e quello napoletano Pietro Ioia, su quest’ultimo suicidio esprimono amarezza e dichiarano congiuntamente: “Il ritmo delle morti per suicidio nelle carceri non provoca sussulti, sgomenti, indignazione, non sviluppa campagne di prevenzione, di sensibilità sul tema delle carceri. La violenza endemica del carcere ormai coinvolge tutti, comprese le paure e le insicurezze dei cittadini e il cinismo e la pavidità della politica, che considera il carcere necessario per tutti i “diversi” della società. Come Garanti crediamo che sia necessario andare oltre la punizione del carcere come antidoto all’insicurezza ei cittadini, non strumentalizzando le vittime come fa la politica e applicando l’art 27 della Costituzione riguardante la rieducazione del condannato e l’art 2 della Costituzione che tratta di diritti inviolabili dell’uomo”.

Dramma a Poggioreale: detenuto muore in carcere, ma i familiari vengono avvertiti in ritardo

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Antonio Alfieri, detenuto di Napoli, è deceduto in carcere in circostanze ancora poco chiare, ma i suoi familiari sono stati avvertiti solo a quattro giorni dalla morte. A rendere noto il disappunto è stato il Garante delle persone private della libertà personale della Campania, Samuele Ciambriello, che ha ricevuto presso il suo ufficio Luca Mottola, l’avvocato dell’uomo, deceduto venerdì 8 ottobre nell’ospedale Cardarelli. 

L’avvocato della vittima aveva effettuato ordinaria prenotazione del colloquio con il detenuto venerdì, ma solo lunedì, una volta recatosi al carcere, gli è stato comunicato il decesso del cliente. Anche i familiari, come ha appreso poco dopo, erano stati appena informati della notizia dai carabinieri.

“Ancora una volta – sottolinea Ciambrielloa morire è un tossicodipendente, al quale il Serd di Poggioreale aveva trovato una comunità fuori Regione, a Taranto, ma il Magistrato competente aveva rigettato per due volte l’istanza di arresti domiciliari”.

Le cause del decesso non sono ancora state precisate. Il Garante dichiara di aver richiesto chiarimenti in merito alla Direzione del carcere, per essere informato “circa le condizioni psicofisiche prima del giorno del decesso, se il detenuto è deceduto di morte naturale, se è morto nel tragitto verso l’Ospedale Cardarelli o una volta arrivato lì e le motivazioni per le quali era stato tradotto d’urgenza all’Ospedale”. L’altro importante quesito, sul quale si cerca di fare chiarezza, è “perché i familiari siano stati avvisati del tragico evento solo nella giornata dell’11 ottobre 2021, ben 4 giorni dopo il tragico evento”, aggiunge Ciambriello.

Caos carceri: al via le nuove disposizioni per la sicurezza dei detenuti

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Dopo i “gravi episodi” che si sono verificati in alcune carceri, a partire dal caso clamoroso di Santa Maria Capua Vetere, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria detta, con una circolare, nuove regole sulle perquisizioni dentro gli istituti penitenziari. L’ordine con cui il direttore del carcere dispone la perquisizione generale straordinaria dovrà essere scritto e motivato e indicare il contingente della polizia penitenziaria impegnato nell’operazione e le sue modalità. Inoltre, dovranno essere informati preventivamente il magistrato di sorveglianza e il Garante delle persone private della libertà.

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