POMIGLIANO D’ARCO – “Prosegue il disimpegno di Stellantis dall’Italia. Tra ieri e oggi sono stati annunciati 350 esuberi in Campania, di cui 50 a Pratola Serra e 300 a Pomigliano. La Fiom-Cgil non ha firmato le uscite volontarie perché non c’è nessun segnale di controtendenza sull’occupazione, nessuna nuova assunzione e nessun turn over per rigenerare gli stabilimenti”.
Lo affermano in una nota Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità, Mauro Cristiani, segretario generale della Fiom-Cgil di Napoli, Mario Di Costanzo, segretario e responsabile automotive della Fiom-Cgil di Napoli e Giuseppe Morsa, segretario generale della Fiom-Cgil di Avellino.
“A Pomigliano l’annuncio della piattaforma Small dal 2028 – spiegano – è stato certamente il frutto delle mobilitazioni delle lavoratrici e dei lavoratori ma, come abbiamo già ribadito, è necessario anticipare quella data. Anche perché pensare alla nuova Pandina solo nel 2030 significherà avere davanti anni molto difficili. Dopo le quasi 3.600 uscite volontarie dagli stabilimenti italiani nel 2024, a cui si aggiungono le ulteriori 14.000 uscite dal 2015, continua la strategia aziendale di svuotamento degli stabilimenti anche per il 2025. Questo è il tanto decantato Piano Italia. Stellantis deve decidere di investire veramente nel nostro Paese. Servono investimenti in ricerca e sviluppo per ridare centralità alla progettazione, nuovi e più modelli per saturare gli stabilimenti, e nuova occupazione. Il Governo, al posto di pensare alla riconversione del settore al militare, ripristini il fondo automotive tagliato dell’80%. E’ necessario aprire un confronto a Palazzo Chigi. La presidente del Consiglio non può continuare a fare finta di nulla. Non dobbiamo riarmarci, dobbiamo difendere e rilanciare i settori strategici per la nostra industria”.
“Come Fim Cisl di Napoli – hanno spiegato il segretario generale del sindacato Biagio Trapani e quello provinciale Aniello Guarino – abbiamo ribadito al tavolo proposte che sosteniamo da tempo con determinazione. Riteniamo sia indispensabile un impegno concreto dell’Azienda per garantire un futuro solido e sostenibile al sito di Pomigliano. Un piano di nuove assunzioni è ormai imprescindibile, perché l’elevata età media dei lavoratori rende necessario introdurre nuove energie, alleviando il carico fisico e garantendo continuità e competitività. Siamo disponibili a discutere un piano di uscite incentivate, se prevede anche un percorso chiaro e condiviso per l’ingresso di giovani lavoratori che rilanci il Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco”.
Trapani e Guarino, infine, hanno sottolineato di accogliere “con interesse la disponibilità mostrata dall’azienda nell’ipotizzare l’avvio di un tavolo dedicato al tema delle assunzioni nel 2025. Non possiamo però limitarci a declamare le buone intenzioni – hanno concluso – sono necessari impegni tangibili per il rilancio del sito e delle sue prospettive future. L’obiettivo della Fim Cisl di Napoli è di riportare lo stabilimento di Pomigliano al centro delle politiche industriali di Stellantis, nell’interesse dei lavoratori e del territorio campano”.
Uilm: Pomigliano torni al centro strategie azienda
“La tenuta industriale dello stabilimento Stellantis di Pomigliano richiede un’iniezione di nuova forza lavoro: non possiamo ignorare l’età media elevata del personale. Per questo serve un piano di assunzioni strutturato, che porti nuove competenze e alleggerisca il peso sulle spalle di chi è in reparto da decenni”. Lo ha sottolineato Crescenzo Auriemma, segretario generale Uilm Napoli e Campania.
Ma per la Uilm di Napoli e Campania la questione non può limitarsi alla gestione degli esodi: è fondamentale, spiegano dal sindacato, che Stellantis metta in campo azioni concrete per assicurare un futuro solido al sito produttivo. Secondo la Uilm, la disponibilità espressa dalla direzione aziendale ad aprire un tavolo dedicato alle assunzioni a partire dal 2025 è un segnale positivo, ma insufficiente.
“Le parole da sole non bastano – ha sottolineato Auriemma – Chiediamo un percorso serio e condiviso, in grado di coniugare le uscite con ingressi mirati di giovani lavoratori e lavoratrici, per garantire continuità e competitività al Giambattista Vico”.