Il continuo parlare da parte dei mass-media dell’ormai nota spystory nazionale, se da un lato ha coinvolto l’opinione pubblica, ormai giudice implacabile di un processo ancora non iniziato nelle sedi opportune, di contro ha fatto storcere il naso a non pochi, in merito ad alcune dinamiche procedurali viste in questi due giorni. Storicamente, per questioni di opportunità, casi come quello che ha coinvolto i funzionari del GRU e l’ufficiale della Marina Militare, sono stati risolti in maniera silente e riservata dai rispettivi apparati d’intelligence, con il tacito consenso dei decisori politici.
Il fatto che l’AISI non abbia in alcun modo cercato di trattare e dialogare con l’intelligence russa, anzi al contrario abbia inoltrato il fascicolo alla Procura della Repubblica, ha determinato una serie di azioni senza ritorno, in primis la pubblicità della vicenda. Un arresto per spionaggio, lo stesso coinvolgimento del ROS in un affare dal sapore di “guerra fredda”, sono elementi non trascurabili né occultabili. Quando è stato dato l’ok all’arresto, tutti sapevano che nel giro di poche ore la notizia avrebbe fatto il giro del Pianeta. Data la struttura decisionale che sovrintendente l’intelligence nazionale, è logico pensare che questo “modus operandi” è stato probabilmente il frutto di scelte politiche di vertice. L’opinione pubblica continua a scatenarsi sulla condotta ignobile dell’ufficiale italiano, senza pensare che se da un lato c’era un uomo pronto a cedere dei documenti riservati, è pur vero che dall’altro c’era gente ben disposta a riceverli e soprattutto pagarli. Probabilmente la decisione dell’intelligence nazionale (dunque del Governo) di agire in questo determinato modo, ha sicuramente generato nel mondo, l’idea che gli italiani sono “acquistabili e reclutabili”, ma è anche vero che ha palesemente sbugiardato e dimostrato che i russi, contrariamente a quanto dichiarano, sono costantemente alla ricerca di segreti militari dei Paesi NATO. Quali conseguenze avrà questa vicenda sul piano dei rapporti bilaterali Italia-Russia? Probabilmente, anzi sicuramente nessuna, ma allo stesso tempo accenderà ulteriormente i riflettori sul Mediterraneo, sul ruolo della NATO e di Washington, ancora in silenzio stampa dopo questo evidente occhiolino strizzato dall’Italia. (Thomas Saintclaire)