Somma Vesuviana, dopo 4 anni ritornano le processioni del Giovedì Santo: grandi presenze dei fedeli in città

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“Dopo quattro anni, la prima volta dal 2019, sono ritornate le processioni del Giovedì Santo a Somma Vesuviana, nel napoletano. I riti della Settimana Santa, che si svolgono a Somma Vesuviana, nel napoletano sono tra i più antichi in Italia. In occasione del Giovedì Santo le Confraternite sono state impegnate nelle processioni serali subito dopo la Messa “In Coena Domini”. La Confraternita del SS. Sacramento, quella di S. M. della Neve e, infine, quella di S. M. della Libera sono uscite in processione per l’Adorazione degli Altari”. Lo ha annunciato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano.

Oggi, invece, Venerdì Santo saranno ancora di più le confraternite. La città è pronta. Questa sera alle ore 19 e 30 la Madonna con il Cristo Morto, uscirà dall’antica chiesa della Collegiata per la prima volta dalla pandemia. Quella di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, è tra le Processioni del Venerdì Santo più suggestive in Italia: 2000 confratelli con saio bianco, con il cappuccio a volto scoperto e candele accese costeggeranno la Cinta Muraria di epoca Aragonese ed usciranno dal Borgo Medievale raggiungendo la parte bassa del paese. Dunque c’è grande attesa nel borgo del napoletano, dove la processione, tra le più suggestive in Italia, ritorna dopo ben 4 anni di assenza a causa della pandemia. Probabilmente quella di Somma Vesuviana, nel 2022, fu l’unica processione a non svolgersi in Campania.

I 2000 confratelli accenderanno le rispettive candele, grazie ai falò, lungo il percorso mai cambiato. Già dal pomeriggio del Venerdì Santo, poco dopo le ore 15, avrà luogo la tradizionale preparazione dei falò posizionati in alcuni dei punti strategici del Centro Storico ma anche nei vicoli più vicini alla parte bassa del paese. La Processione è molto suggestiva, tra candele, vicoli, il canto in latino del Miserere e sullo sfondo la veduta della Montagna, del Monte Somma. “Ma anche il lunghissimo corteo di donne che accompagna la Madonna con il Cristo Morto, poi il canto del Miserere tutto in latino, per tutta la durata della processione intonato dai gruppi cantorum del congreghe e sempre con il saio bianco. I riti del Venerdì Santo – ha affermato Alessandro Masulli, storico delle tradizioni locali, Direttore dell’Archivio Storico di Somma Vesuviana – che si svolgono in Campania, hanno lo scopo di far rilevare ai fedeli il dolore della Chiesa per la Passione e Morte di Cristo. Il primo gennaio del 1650, la nobiltà napoletana fondò in una cappella della Collegiata della Terra di Somma Vesuviana una Compagnia della Morte con lo scopo principale di seppellire i morti in miseria e di aiutare i poveri infermi. Nel 1705, il sodalizio assunse la denominazione di Congrega e Monte della Morte e Pietà”.

Le congreghe, in occasione del Venerdì Santo, usciranno da più punti del Borgo Antico del Casamale, passando tutti dinanzi all’antica Collegiata, risalente al XII secolo e dalla volta in oro zecchino. Poi alle 19 e 30 l’uscita della Madonna con il Cristo Morto, accompagnata dalla Banda. A quel punto la prima congrega, in testa alla processione, sarà già entrata i paese. Per tutta Somma, anche in lontananza, si sentirà il canto del Miserere tutto in latino. Falò alti, accesi nel cuore del Borgo Antico e ai quali i confratelli attingeranno per accendere le candele, mentre le vetrine saranno abbellite, decorate. Al passaggio della Madonna, il lancio dei petali dai balconi. Prima della risalita dal centro al Borgo storico, tutti i 2000 confratelli si fermeranno e si inchineranno al passaggio della statua della Madonna con il Cristo Morto. Solo in quel momento verranno spente le candele.

Le Congreghe e il canto in latino del Miserere per i vicoli, tra candele accese. “Tra le pratiche ottocentesche vi era la ricorrenza dei Dolori di Maria nel giorno del Venerdì Santo, che si concludeva con la processione detta dell’ Addolorata. Una pia consuetudine, questa, molto propagandata dai Gesuiti nel Regno di Napoli nel XVIII secolo. L’impiego, infatti, di croci, sudari, corone, stendardi e così via – ha continuato Masulli – si ricollega alle attente descrizioni fatte dagli scrittori napoletani di quell’epoca. A rinnovare il rito, oltre alla confraternita organizzatrice (cordone bianco), vi sono tre altri sodalizi: SS. Sacramento (cordone rosso), S. Maria della Neve (verde) e S. Maria della Libera (giallo). Il corteo in sai bianchi, la statua ottocentesca della Madonna Addolorata, l’artistica scultura del Cristo Morto, mettono in scena il più commovente e sentito funerale della storia umana. Il lungo manto nero della Vergine parte dal capo e si allarga fino ai piedi. Nelle mani giunte, a dita intrecciate, scende un fazzoletto di pizzo bianco. Il volto è olivastro e contrito. Ai suoi piedi il corpo seminudo del Cristo morto, giacente nel sudario in espressione di doloroso abbandono. Le membra rilasciate danno il senso della assenza e della fuga dell’anima. Il Miserere, infine, echeggia, ancora più forte in questi giorni di terrore e di morte”, termina la nota stampa.