“Abbiamo allestito una mostra con splendide opere di artisti del territorio per consentire il restauro del dipinto dell’Assunzione di Maria Vergine da riposizionare nella Chiesa di Cristo al Monte, sulla splendida collina di Paternò. Il dipinto risale al XVII secolo e si presume che appartenga a qualche artista spagnolo. Nella Giornata Mondiale dei Siti, lanciamo il forte appello alla tutela e al recupero del patrimonio culturale”. Lo ha dichiarato Domenico Triolo, Presidente di Archeoclub D’Italia sede di Paternò in Sicilia. La mostra è stata visitata da Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia, da Gaetano Galvano, Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, da Francesco Paolo Scarpinato e dal deputato Francesco Ciancitto.
C’è l’appello anche alla tutela del meraviglioso Castello Normanno di Paternò. “Venne costruito nel 1072 dai Normanni per volontà del Gran Conte Ruggero per proteggere la valle bagnata dal fiume Simeto dalle incursioni islamiche. In seguito è diventato sede signorile della Contea di Paternò che Enrico VI di Svevia assegnò nel 1195 al nobile di origine normanna Bartolomeo de Luci. Il Castello, davvero bello ma da tutelare – ha concluso Triolo – ha ospitato re e regine. Vorrei ricordare Federico II di Svevia, la regina Eleonora d’Angiò, ma anche Bianca di Navarra. Nel XVIII secolo divenne carcere, poi si sono susseguiti vari restauri. Oggi il Castello è ampiamente visitabile ma l’auspicio è che si possa arrivare ad alcuni restauri dove necessari”.
Hybla Major. “L’Acropoli di Hybla a Paternò è un unicum, conserva tesori ancora nascosti di epoca greco-romana – ha affermato Francesco Finocchiaro del Direttivo Nazionale di Archeoclub D’Italia – espone con orgoglio le testimonianze di un passato glorioso e si pone come il più prestigioso punto di osservazione verso il monte l’Etna, il fiume Simeto e la sua valle. Crocevia sin dall’antichità dei camminamenti tra Agrigento e Messina, tra Siracusa e Palermo, conserva le tracce di un condotto idrico – proprio sotto l’acropoli – che risale probabilmente al IV secolo a.C..
La sua storia affonda le sue radici sin dalle colonizzazioni Micenee attraverso il fiume che un tempo navigabile e proprio sulla sua sommità si sono stratificati secoli di culti e sacralità in particolare quello di Hybla – che ne determina il nome – e quello di Demetra. Alleata della grande Siracusa, era la sede di un santuario frequentato dai tempi di Gelone a Marco Aurelio. Ha dato i natali a Iulia Florentina – una delle prime cristiane della città – da questo luogo sono passati Cicerone, Platone, Federico II e Riccardo da Lentini. Un’acropoli che nasce come un vulcano, diventa luogo di sacralità, per governare un territorio vasto, ricco di risorse e di acque. Mille chiese con una Francigena che lo attraversa, resti che affiorano dalla terra, pronti per straordinarie scoperte. Un conflitto perenne tra la sua matrice pagana – spesso nascosta – e le evidenze cristiane. Una torre normanna che ha ospitato Federico II che diventa orologio solare, templi pronti a svelarsi e antiche storie che ne narrano la sua bellezza come il Pervirgilium Veneris”, termina la nota stampa.
FOTO: Comunicato Stampa