Sette persone denunciate per incendi colposi (boschivi e non boschivi): è questo il bilancio dell’attività investigativa svolta dai reparti operativi del Gruppo Carabinieri Forestali di Terni (comprendente 11 Stazioni e il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale), nel primo trimestre dell’anno 2022, su un totale di 19 incendi, verificatisi in provincia di Terni (di cui 16 sviluppatisi nei dieci giorni compresi tra il 18 e il 28 marzo), per una superficie complessiva di circa 6 ettari.
Il dato è particolarmente preoccupante, se consideriamo che nel 2021, nello stesso periodo, si era verificato un unico incendio boschivo di circa 3.000 mq.
L’andamento particolarmente siccitoso della presente stagione, in particolare degli ultimi due mesi, ha favorito infatti lo sviluppo di numerosi incendi, causati quasi sempre da errate abitudini o imprudenze da parte dei responsabili: in 6 casi su 7 (incendi verificatisi nei Comuni di Ficulle, Amelia, Montecchio, Ferentillo, Stroncone e Penna in Teverina), le fiamme si sono propagate da fuochi accesi per ripulire il terreno dai residui vegetali prodotti dalle operazioni di potatura di oliveti (in un caso di un castagneto da frutto) o dalla vegetazione infestante presente sulle scarpate, mentre un episodio è attribuibile all’imprudente uso di una saldatrice per lavori domestici.
Non è mai inutile evidenziare come sia profondamente sbagliato e pericoloso ricorrere alla bruciatura dei residui vegetali o della vegetazione, soprattutto in concomitanza di vegetazione particolarmente secca, con temperature medie elevate e presenza di vento: in questi casi anche un piccolo fuoco può in breve tempo sfuggire ad ogni controllo e svilupparsi in un vero e proprio incendio, con quello che ne consegue.
L’individuazione dei responsabili, ad opera del personale delle Stazioni Carabinieri Forestale di Terni, Allerona, Amelia, Montecchio e Ferentillo, è avvenuta mediante l’applicazione di moderne e qualificate tecniche investigative (“Metodo delle Evidenze Fisiche”), che i Carabinieri Forestali applicano ormai da anni e che consentono in molti casi di determinare, con metodo scientifico, il punto di origine dell’incendio e le sue cause, fornendo utili elementi di prova nelle investigazioni, a partire da un’analisi attenta dell’area bruciata, della sua forma, e dalla ricerca di alcune “tracce” che le fiamme lasciano su piante, terreno, rocce ed oggetti, che possono indirizzare gli investigatori verso l’area di innesco.
Oltre all’attività investigativa, finalizzata alla repressione dei reati di incendio boschivo e non boschivo, sia colposo che doloso, un importante compito delle Stazioni Carabinieri Forestali è la perimetrazione dell’area percorsa dal fuoco con dispositivo GPS, con rilevamento di tutti i dati statistici relativi alle superfici boscate, non boscate, specie presenti, tipologia di incendio, causa, durata operazioni di spegnimento, ecc.; dati che confluiscono in un applicativo specifico in dotazione ai reparti e che formano un patrimonio prezioso ai fini statici, nonché per l’applicazione, da parte dei Comuni interessati, dei vincoli previsti dalla L. 353/2000 sulle aree boscate percorse dal fuoco (tra cui il divieto di esercitare la caccia e il pascolo per 10 anni e il divieto, introdotto recentemente, di raccolta di frutti del sottobosco per 3 anni).
I responsabili degli incendi sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di incendio boschivo (art. 423 c.p.) o incendio generico colposo (artt. 423 e 449 c.p.), reati punibile con la reclusione da uno a cinque anni.