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Segretaria ammazzata, chiamato a deporre il frate che si appella al segreto del confessionale

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CASERTA – Seconda udienza del processo per l’omicidio di Nada Cella. La giovane venne uccisa il 6 maggio 1996 a Chiavari, nello studio del commercialista Marco Soracco, dove lavorava come segretaria. Accusata dell’omicidio è la casertana Annalucia Cecere, mentre sono imputati per favoreggiamento anche lo stesso Soracco e la madre Marisa Bacchioni.

In aula davanti alla Corte d’Assise sfilano i poliziotti che indagarono all’epoca e alla riapertura del caso nel 2021. 
L’ex commissario di Chiavari Pasquale Zazzaro, durante una deposizione costellata dai “non ricordo”, ha parlato di sensazione spiacevole provata in quei mesi del 1996. Quando scoprì che polizia e carabinieri indagarono parallelamente sulla morte della ragazza, senza che ci fosse però un coordinamento. E così in commissariato non seppero mai dei bottoni trovati a casa di Annalucia Cecere dai militari dell’arma, simili a quelli rinvenuti sulla scena del delitto. Cecere fu iscritta nel registro degli indagati già nel 1996, ma la sua posizione venne presto archiviata. Della mancata comunicazione con i carabinieri ha parlato anche Giuseppe Gonan, che era a capo di una squadra omicidi della Mobile di Genova.

In una Chiavari in cui, a detta degli inquirenti, si respirava un clima di omertà le indagini, ha ricordato Gonan, portarono a sentire anche il frate di un convento, che oppose il segreto confessionale alle domande dei poliziotti sulle rivelazioni di una parrocchiana, che diceva di conoscere alcune verità sul delitto.

Nell’udienza del 6 marzo, dovrà proprio presentarsi frate Lorenzo in qualità di testimone e gli verrà chiesto in modo ufficiale, di rivelare quanto in sua conoscenza. Il frate avrebbe conosciuto informazioni importanti, ricevute in confessione da una persona che era in qualche modo implicata nella vicenda.
Ogni volta che le forze dell’ordine hanno chiesto al frate di avere quelle informazioni, l’uomo si sarebbe opposto citando il segreto del confessionale che impedisce a chi conosce segreti rivelati nella confessione di renderli pubblici anche nel caso di gravi delitti.
Frate Lorenzo potrebbe opporre ancora il segreto, nonostante i familiari di Nada cerchino da quasi 30 anni l’autore dell’omicidio e le informazioni avute dal frate potrebbero essere utili a svelare un grave delitto. (In foto Nada Cella)

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