Emergono dati allarmanti dal Piano triennale per la prevenzione degli incendi della Regione Campania, che svela gli impegni di Palazzo Santa Lucia per combattere un fenomeno diffusissimo d’estate, a cui non si riesce proprio a dare una frenata. Numeri che condannano la provincia di Salerno che, nel 2020 più che in passato, è stata letteralmente devastata dalle fiamme. Basta un dato del report per tutti per rappresentare la gravità di quanto accaduto: il 50% degli incendi boschivi dello scorso anno è avvenuto nel Salernitano.
Nel 2020, su tutto il territorio regionale, gli Enti preposti hanno registrato 2.273 incendi che hanno danneggiato 3.203 ettari di bosco e altri 1.880 di varie tipologie di vegetazione come pascoli, aree incolte o colture agrarie. In pratica, la superficie boscata totale percorsa dal fuoco è raddoppiata rispetto all’anno precedente: nel 2019, infatti, furono “soltanto” 1.572 gli ettari di area boscosa percorsi dal fuoco. In provincia di Salerno, nel 2020, si sono registrati 984 incendi boschivi – di questi ben 838 su sono registrati fra il primo luglio e il 30 settembre – , quasi la metà di tutta la Campania: nel dettaglio, il fuoco ha tagliato 1705 ettari di superficie boscata e 435 di superficie non boscata (2141 ettari di terreno “bruciati”). C’è da considerare anche la base di partenza di queste analisi: la superficie forestale nel Salernitano è di 230.419 ettari pari al 46,5% del territorio provinciale. In pratica, nel solo 2020, è andato in fumo lo 0,74% del “verde” presente fra Scafati e Sapri.
Negli atti pubblicati da Palazzo Santa Lucia, vengono allegati numerosi documenti, anche grafici, che descrivono la situazione degli ultimi anni, soffermandosi in particolare sul 2020. Ed è inquietante pure ciò che emerge dalla “mappa” regionale relativa alla densità degli incendi e alla distribuzione degli eventi sul territorio: le uniche “macchie rosse” – che, secondo la leggenda, indicano la frequenza più alta di roghi – sono nel Salernitano: il colore che “condanna” la provincia appare nell’Agro Nocerino Sarnese, nel territorio di confine fra Salerno, la Valle dell’Irno e i Picentini e a Centola.
La somma delle informative prodotte nel tempo dai carabinieri forestali fa emergere ancora di più l’emergenza roghi nel Salernitano. E sottolinea, come se ce ne fosse ulteriore bisogno, che dietro gli incendi che in particolare d’estate (agosto e settembre sono i mesi più “caldi”) flagellano il territorio ci sia la mano dell’uomo. Basta fare un confronto con i report dei precedenti due anni. Nel 2019, in totale, in provincia di Salerno i carabinieri forestali hanno avviato attività investigative su 203 roghi: per quattro è stata appurata la causa naturale, 12 sono stati classificati come “involontari”, sei restano in dubbio e 38 non classificabili. Ben 143, invece, sono registrati come episodi di natura “volontaria”, pari al 70% del totale. Numeri che sono ancora peggiorati lo scorso anno dove i militari hanno lavorato su ben 335 roghi, 132 in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Di questi, nessuno è di causa naturale, 13 sono “involontari”, 3 dubbi e 51 non classificabili. La mano dell’uomo, secondo le indagini dei carabinieri, si è “nascosta” dietro 268 roghi, ovvero l’80% del totale. In pratica, quattro incendi su cinque sarebbero stati di natura dolosa.