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Alfieri nega il patto corruttivo: le gare non le scrivevo io

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SALERNO – Ha negato ogni addebito e l’esistenza di un “patto corruttivo”, sottolineando che i bandi di gara non li scriveva lui, ma gli uffici preposti. Si è difeso a spada tratta Franco Alfieri, durante l’interrogatorio di garanzia di ieri, rispondendo alle domande del gip del tribunale di Salerno, Valeria Campanile.

Assistito dagli avvocati Agostino De Caro e Domenicantonio D’Alessandro, il sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno – sospeso dalle due cariche con provvedimento prefettizio -, da giovedì scorso è in carcere, accusato dalla Procura di turbativa d’asta, corruzione e falso.

Domani, davanti al magistrato, dovranno presentarsi gli altri indagati, che si trovano attualmente ai domiciliari: la responsabile della srl Alfieri Impianti Elvira Alfieri, sorella di Franco, il dipendente del Comune Andrea Campanile, il dirigente Carmine Greco, i vertici della Dervit Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria.

Nel mirino della Procura due appalti in particolare: i lavori di adeguamento e ampliamento della pubblica illuminazione comunale e quello della pubblica illuminazione con led e telecontrollo. Gare aggiudicate alla Dervit che, per “contraccambiare il favore” avrebbe concesso alla Alfieri Impianti parte dei lavori in subappalto.

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