Militari privi della formazione necessaria, mezzi insufficienti e piante organiche risalenti agli anni ’90. Il reparto scorte presenta diverse criticità e problemi, secondo quanto segnalato dal Nuovo
Sindacato Carabinieri – NSC. “Nonostante le numerose segnalazioni che vanno avanti dal mese di agosto 2021, la situazione resta invariata”. Per Gregorio ASSANTI, Segretario Generale Provinciale NSC Roma, spesso nella Capitale colleghi privi di abilitazioni che è “conditio sine qua non” vengono impiagati con mansioni di conduttori”. Il personale è privo oltretutto – si sottolinea – del nulla osta per “addetto ai servizi di protezione e scorta”, da impiegare quali capi equipaggio e/o gregari.
“Questi militari risultano – si aggiunge – senza la formazione necessaria per lo svolgimento del delicato compito/servizio che sono chiamati ad assolvere, con tutte le complicazioni e le difficoltà che ciò può comportare in termini non solo di sicurezza per sé stessi e le autorità trasportate, ma
anche in relazione ad eventuali contenziosi, di qualunque genere, dovessero essere aperti. Sul tema del servizio scorte il sindacato NSC denuncia che anche per le autovetture non si può star tranquilli. Malgrado il parco auto sia “costituito da mezzi la cui immatricolazione risulta essere recente (due o quattro anni) questi ultimi, in virtù dell’elevato numero dei chilometri che vengono percorsi, inevitabilmente cominciano a peccare di affidabilità. Tutto questo crea non solo disservizio ma va ad incidere soprattutto sulla sicurezza dell’intero assetto di scorta nonché del “tutelato”, assoggettandolo a “soste” obbligatorie ed esponendolo pertanto a criticità”.
Non meno grave la situazione nella città partenopea, a fare l’analisi sul punto è il Segretario Nazionale di NSC, Antonio PARRELLA. “A Napoli – si spiega – nonostante le numerose segnalazioni ed osservazioni avanzate dal Comandante, dovrebbero essere impiegate circa 100 unità, ma quelle attualmente sul campo rispecchiano una pianta organica che risale a circa 30 anni fa, quando le esigenze e i numeri erano diversi. Ad oggi i servizi sono triplicati, sia quelli fissi che quelli di passaggio extra richiesti per le personalità in transito. Ciò comporta la richiesta giornaliera e continuativa nel tempo di personale provvisorio non specializzato per sopperire alla carenza organica, andando ad inficiare sulla sicurezza del servizio stesso e del personale. Questa carenza comporta doppi e tripli turni e senza retribuzione delle ore di lavoro.
PARRELLA sottolinea: “Parliamo di un monte ore di circa 1306 ore, suddiviso per le poche unità presenti, per un totale di 100 ore al mese per militare ed i servizi vengono svolti grazie all’abnegazione e al sacrificio degli stessi. Ad oggi, le ore non retribuite sono circa
12000, mentre nelle città di Roma e Palermo, il monte ore pro-capite mensile, ammonta a circa 55 ore, escluse quelle prestate in eccedenza. I militari impiegati nel reparto scorte, spesso sono in turno con personale non specializzato proveniente in gran parte dalla compagnia speciale. Per guidare una vettura blindata c’è bisogno di requisiti che si acquisiscono con l’idoneità di fine corso che non tutti riescono a superare. Senza questa idoneità non si può guidare con una patente civile, dunque non si è idonei alla tipologia di servizio”.
Insomma “oltre alle ore di servizio e alla mancata retribuzione di quelle in eccedenza, ulteriore criticità rilevata da PARRELLA è quella relativa all’insoddisfazione e demotivazione del personale impiegato. Condizione da non sottovalutare in quanto incide sull’efficienza del delicato servizio prestato. Questo avviene perché il personale non lavora sempre in sicurezza e non si vede riconosciuto il giusto contributo economico degli straordinari effettuati e non retribuiti. La particolarità del servizio a carattere continuativo (che richiede un’inderogabile necessità di impiego di personale specializzato), cui vige l’obbligo di non ‘lasciare sola’ la personalità, comporta
l’espletamento del servizio a giorni alterni, che abbinato alla mancanza di uomini, crea il mix perfetto che incide negativamente sul personale, non consentendo, in diverse occasioni, il giusto
recupero psico-fisico”.