“Chi era in piazza ieri a Firenze ha visto una manifestazione un po’ diversa da quella raccontata dai telegiornali, tutti concentrati sulla presenza di alcuni leader politici e sulle loro prove di dialogo. È stata una manifestazione chiara nei suoi obiettivi: no alla violenza squadrista, di cui si alimentano fascismi e totalitarismi e verso la quale non vi può essere acquiescenza o indifferenza; sì a una scuola che sia palestra di dialogo e confronto, che educhi a una convivenza democratica promuovendo partecipazione responsabile alla vita civile nel segno della libertà, del rispetto, della tolleranza. Sono temi sui quali è necessario l’impegno di tutti, l’obiettivo da perseguire è che diventino patrimonio comune condiviso da tutte le forze politiche, ancor più considerato che ormai ciascuna di loro ha ricoperto, per tempi più o meno lunghi – e con esiti più o meno felici per la scuola – ruoli di governo”, dichiara Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola.
“Per queste ragioni ridurre il significato di questa manifestazione a una sorta di prova generale per nuove alleanze a sinistra, di cui il sindacato si farebbe catalizzatore, ne distorce il senso e denota scarso rispetto per chi l’ha voluta e se n’è fatto carico sul piano politico e organizzativo. La CISL Scuola non ha niente a che fare con un sindacalismo che si accontenti di farsi laboratorio per una nuova opposizione: la nostra autonomia è la nostra forza. Non significa indifferenza ai contenuti politici, significa che non deleghiamo mai ad altri il nostro ruolo di rappresentanza sociale, quale che sia il colore dei governi con cui ci confrontiamo, peraltro avendoli ormai – come già detto – sperimentati tutti. Per quanto graditi, i politici presenti alla manifestazione rimangono ospiti, e il messaggio lanciato dai sindacati della scuola è rivolto a tutti, non solo a loro. Di questa manifestazione non è stata sottolineata abbastanza la compostezza, né la pluralità dei colori, ben visibile dal palco ma spesso sacrificata e nascosta nelle riprese tv. Anche questo un aspetto su cui riflettere, perché la completezza, l’imparzialità e l’equilibrio dell’informazione sono fattori non secondari in una vera e solida democrazia”, termina Barbacci.