Roma, al via la sfida contro le Archeomafie e la valorizzazione della cultura in Italia

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“Al nuovo ministro della Cultura, Gennaro Sangiugliano, campano, porgiamo i nostri più sentiti auguri di buon lavoro. Le sfide sono tante : dai musei alla valorizzazione dei siti archeologici, al contrasto al fenomeno delle archeomafie, ma anche la promozione dell’immenso patrimonio culturale italiano. L’Italia detiene il primato mondiale di siti Unesco, ben 58, ma allo stesso tempo è anche ricca di siti definiti minori che sono da valorizzare e promuovere. Siamo convinti che il Ministro lavorerà nel migliore dei modi e Archeoclub D’Italia, che opera da ben 51 anni, è pronta e disponibile a qualsiasi collaborazione con il Ministero della Cultura”. Lo ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia, aprendo poco fa il WeBinar sulle Archeomafie. Molto apprezzato l’intervento di Tsao Cevoli, archeologo, giornalista, fondatore dell’Osservatorio Archeomafie.

“Con le Archeomafie la perdita più grande è stata quella della conoscenza Grazie ad una posizione strategica che ne fa da sempre un crocevia di popoli e culture, la Storia ha consegnato all’Italia un patrimonio culturale unico al mondo per varietà e ricchezza. Esso è oggetto di ammirazione da parte del mondo intero, ma da sempre attira anche gli appetiti illeciti di numerosi acquirenti, innescandone il sistematico sfregio da parte di criminali senza scrupoli. Si tratta di un fenomeno che nella seconda metà del secolo scorso ha raggiunto dimensioni industriali. 

Divieti e azioni repressive non sono bastati, né forse mai basteranno a fermare il mercato clandestino. Ma non ci sarebbero saccheggiatori e trafficanti senza scrupoli di ogni sorta di beni culturali – ha affermato Tsao Cevoli –  se non ci fosse qualcuno che vuole a tutti i costi appropriarsene: collezionisti privati e musei stranieri pronti a pagare cifre astronomiche, mettendo da parte ogni riserva morale, pur di arricchire le proprie collezioni. È per soddisfare loro che si commettono scavi clandestini e furti di opere d’arte e che i saccheggiatori e i trafficanti d’arte prosperano. 

Anche se innumerevoli stratagemmi, cavilli e depistaggi sono quasi sempre riusciti a tenerli al riparo da responsabilità legali, gli acquirenti finali dei reperti archeologici e delle opere d’arte di provenienza illecita sono moralmente e politicamente corresponsabili dei crimini contro il patrimonio culturale, del cui frutto sono beneficiari spesso consapevoli”. 

Piccolo segnale positivo ma non basta! “La restituzione da parte di musei e collezionisti di una percentuale infinitesimale di quanto è stato depredato è un piccolo segnale positivo, ma non può guarire la ferita che è stata inferta alla conoscenza della nostra storia e della nostra cultura. Se è possibile, infatti, sporadicamente ottenere la restituzione dei reperti e delle opere d’arte, è impossibile recuperare le informazioni archeologiche e storiche che il loro scavo clandestino ha per sempre irrimediabilmente distrutto.

Bisogna, dunque, partire proprio da un’energica azione di sensibilizzazione delle istituzioni museali  – ha concluso Cevoli –  da una presa di coscienza collettiva dei danni al patrimonio culturale e alla sua conoscenza che questo collezionismo senza scrupoli produce, per tentare di arginare il fenomeno e salvare la memoria che i popoli e le civiltà del passato ci hanno consegnato”.  “Archeomafie. Il traffico illecito internazionale di antichità tra saccheggi, recuperi e comunità patrimoniali” è il titolo del WeBinar  con la partecipazione di esperti del calibro della Prof.ssa Maria Calcagno , Presidente sede di Morgantina e Dott.ssa Maria Rosaria Restivo, Presidente Ecomuseo “I semi di Demetra” di Aidone. Relatori saranno Dott.ssa Serena Raffiotta e Dott. Tsao Cevoli, Archeologi ed esperti in archeomafie. Il tutto con dati, numeri.

COMUNICATO STAMPA