Roma, al via il patto della legalità contro agromafie e caporali

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“Esattamente sei anni fa entrava in vigore la Legge 199 contro il caporalato, fortemente voluta dal sindacato, che ci ha aiutati anche a comprendere meglio come la criminalità abbia messo gli occhi sul comparto agroalimentare; oggi i progressi fatti sono tanti, ma contrasto e prevenzione della criminalità non sono facilitate dalla fase storica che stiamo vivendo, con una pandemia che ha indebolito le relazioni sociali, la crisi climatica e i rincari che mettono a dura prova le produzioni e la continuità lavorativa, e una guerra nel cuore d’Europa che sta riducendo i margini di guadagno e rende difficoltoso pianificare investimenti e approvvigionamenti. In queste condizioni, le agromafie aguzzano l’ingegno e sanno in che direzione muoversi per investire i propri capitali”.

Lo scrive oggi sul quotidiano Avvenire il Segretario Generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, in occasione della 72ma Giornata del Ringraziamento, in corso a Sessa Aurunca, Caserta, dedicata quest’anno al tema “Custodia del creato, legalità, agromafie”.“Succede a tanti imprenditori onesti di dover entrare in conflitto con le organizzazioni criminali, ma, cosa ben meno raccontata, accade anche a tanti sindacalisti, in prima linea ogni giorno nel negoziare un lavoro dignitoso e nel denunciare chi specula sulla pelle dei lavoratori: auto incendiate, pneumatici squarciati, minacce ai famigliari, la lista delle intimidazioni è lunga”, prosegue Rota.“Bisogna scegliere da che parte stare. Il messaggio di cui abbiamo bisogno, specialmente oggi, è proprio questo: chi non denuncia finisce per isolarsi ed essere più debole, mentre chi persegue la strada della legalità, finisce nella rete protettiva delle forze dell’ordine ed espone i delinquenti ad essere più riconoscibili e vulnerabili. Non partiamo da zero, non rinunciamo dunque ad agire con coraggio e responsabilità. Abbiamo una rete solida – scrive il leader della Fai-Cisl – che costituisce il migliore antidoto all’illegalità, composta da sindacato, società civile, forze dell’ordine, istituzioni.

Oggi questa rete rappresenta il patto della legalità di cui abbiamo bisogno, che si declina anche in tante attività che come Fai-Cisl abbiamo messo in campo, come la petizione Mai più ghetti, per togliere i braccianti dalle baraccopoli, o il numero verde Sos caporalato, per consentire ai lavoratori di segnalare casi di sfruttamento, o i furgoni delle Tutele in movimento, per garantire assistenza ai lavoratori anche nei territori periferici, o la Staffetta della legalità, appena conclusa assieme alla famiglia Borsellino, o la campagna Fai bella l’Italia, per sostenere le tute verdi, ossia i lavoratori e le lavoratrici dell’agroalimentare, dei consorzi di bonifica, della forestazione, della zootecnia, veri protagonisti di un rinnovato rapporto tra persona e ambiente”, termina la nota stampa.