Duecentocinquantaquattro progetti finanziati che coinvolgono 166 Enti destinatari di beni confiscati finanziati, ubicati in 6 regioni del Sud Italia Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Mancano all’appello la Sardegna e il Molise, che non sono risultati tra i territori assegnatari di fondi. Libera ha elaborato i dati pubblicati nel Decreto dell’Agenzia per la Coesione territoriale con la graduatoria dei soggetti assegnatari dei finanziamenti previsti dal PNRR per la rifunzionalizzazione dei beni confiscati nelle regioni meridionali. Un piano di investimento complessivo di 300 milioni di euro, suddiviso su due linee: la prima, con una dotazione finanziaria di 250 milioni e regolata da un Avviso pubblico; la seconda, con una dotazione di 50 milioni, a valere su una procedura concertativo negoziale.
“Dopo la pubblicazione della graduatoria – commenta Tatiana Giannone, referente beni confiscati di Libera-si entra nella fase operativa che dovrà portare all’esecuzione degli interventi progettati dai Comuni. Sarà fondamentale monitorare con attenzione questi percorsi, perché i finanziamenti a disposizione vengano impiegati presto e bene. Noi proveremo a fare la nostra parte, partendo dalla della nostra esperienza sul monitoraggio civico dei beni confiscati già alla base di altre azioni, tra le quali in particolare il report RimanDATI con l’obiettivo di rendere quanto più trasparente la filiera del percorso che riguardano i singoli beni oggetto di finanziamento. Mettere a disposizione dati chiari e accessibili è il primo passo per garantire la piena conoscibilità di questi percorsi.”
Libera ha effettuato una prima elaborazione dei dati, lavorando su quelli contenuti nel Decreto dell’Agenzia per la Coesione e incrociandoli con altri già in nostro possesso, come quelli sul ranking della trasparenza di RimanDATI relativi alla pubblicazione degli elenchi dei beni confiscati da parte degli Enti territoriali. I progetti finanziati sono in totale 254. Di questi, 242 sono relativi all’Avviso e sono stati finanziati complessivamente con 249.151.509,07 €. I restanti 12 progetti sono stati approvati a valere sulla procedura negoziale e ad essi sono andati complessivamente 50.206.670,07 €. In totale sono 166 gli Enti destinatari di beni confiscati finanziati, ubicati in 6 regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). In termini percentuali, la Basilicata si vede approvato il 100% dei progetti presentati (3 su 3). Molto alta la percentuale anche in Abruzzo, con il 59% di progetti approvati (40 su 93). Seguono la Calabria (46%, 59 progetti approvati su 128 presentati), la Puglia (43%, 40 su 93), la Campania (42,6%, 75 su 176) e la Sicilia il 36,5% (64 su 175). Mancano all’appello la Sardegna e il Molise, che non sono risultati tra i territori assegnatari di fondi. Il numero più ampio di progetti finanziati si registra in Campania, con 75 progetti approvati (72 Avviso e 3 procedura negoziale) per 51 Enti territoriali, con un investimento complessivo pari a oltre 109 milioni di euro (il 36,5% del totale). Seguono la Sicilia (64 progetti, 44 Enti, poco più di 83 milioni di euro, pari al 27,7% delle risorse totali), la Calabria (59 progetti, 35 Enti, quasi 58 milioni di euro, pari al 19,3% delle risorse totali), la Puglia (40 progetti, 26 Enti, circa 37 milioni di euro, pari al 12,4% delle risorse totali), l’Abruzzo (13 progetti, 7 Enti, quasi 8,5 milioni di euro pari al 2,8% delle risorse totali) e Basilicata (3 progetti, 3 Enti, circa 3,3 milioni di euro pari all’1,1% delle risorse totali).
Incrociando questi dati- commenta Libera- con i dati sulla trasparenza degli Enti di adempiere all’obbligo di pubblicazione degli elenchi dei beni confiscati trasferiti al loro patrimonio indisponibile contenuti nel nostro dossier RimanDati le Regioni più “virtuose” sulla trasparenza dei dati vede in testa la Campania, con un punteggio di 35.9. Seguono la Puglia (28.0), la Calabria (18.9), la Sicilia (16.8) e l’Abruzzo (14.7). Chiude la Basilicata, con un ranking pari a 0. Questi dati- conclude Libera- ci raccontano come una quantità importante di finanziamenti sia stata destinata a regioni i cui Enti non brillano in fatto di trasparenza sui beni confiscati. Circostanza che, una volta di più, ci induce a richiedere con determinazione che si accresca la qualità e la quantità di informazioni pubblicate da parte dei Comuni sul patrimonio confiscato a loro destinato”.