MADDALONI – Anche se i lavori di consolidamento dell’ospedale vanno avanti, negli ultimi giorni serpeggia un malcontento tra gli operatori che rischiano il trasferimento in altre sedi, poiché si prevede l’apertura di un servizio di subintensiva, e non di rianimazione, come promesso dal manager.
La rianimazione “in fase post pandemica”, tecnicamente, la strumentazione e l’impiantistica sarebbero pronte per l’“area di crisi””, riservata ad pazienti con patologie acute e gravi. Sarebbe tutto pronto per l’attivazione di quattro posti letto indipendenti, in area protetta e attrezzata, ricavata al terzo piano del nosocomio integralmente ristrutturato e associato al reparti di medicina generale, che avrà 18 posti letto.
Così annunciò il manager Amedeo Blasotti, lo scorso dicembre, al cospetto del sindaco Andrea De Filippo, del consigliere regionale Enzo Santangelo, dei consiglieri comunali, dei sindacati, del personale e della cittadinanza. Ormai ad oltre un mese, i segnali provenienti dall’ospedale sono contraddittori. Anzi, sembrano che siano proprio di segno opposto. Quello che ha detto Blasotti sembra essere smentito dalla cose fatte o che si stanno facendo.
Infatti, è tutto pronto ma il servizio promesso non decolla.
Si è tenuto un incontro tra il personale tutto della U.O.C. di Anestesista e Rianimazione. Dal confronto è emerso in modo chiaro che i posti allestiti al terzo piano non saranno dí rianimazione, come promesso da Blasotti, bensì di sub intensiva.
Se così dovesse essere, il reparto di Rianimazione resta chiuso. I cittadini chiedono un chiarimento ai massimi livelli. Solo il sindaco e il consiglio comunale possono chiedere spiegazioni. Serve capire se quanto dichiarato da Blassotti, in modo solenne, diventerà una promessa o realtà. (Carlo Pace)