Regione, l’amaro risveglio del presidente Vincenzo De Luca

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L’EDITORIALE DI ANTONIO ARRICALE – Amaro risveglio per il presidente della Campania Vincenzo De Luca, stamattina, già rintronato per il doppio “uppercup” ricevuto nella tarda serata di ieri, con la notizia dei risultati elettorali di Emilia Romagna e Umbria, dove domenica e lunedì s’è votato per il rinnovo delle rispettive amministrazioni regionali.

Tutto si augurava, infatti, lo Sceriffo di Salerno, tranne di dover dare ragione alla sua segretaria, Elly Schlein, che da tempo gli ha dato il benservito, negandogli la possibilità del terzo mandato con la maglietta e l’appoggio del Partito democratico.
A procurargli, peraltro, maggiore fastidio – mentre con pollice e indice ancora consumava il “curniciello” che fino all’ultimo ha strofinato tra le mani – è stato vedere su tutti gli schermi televisivi il compagno e ormai ex amico, Stefano Bonaccini, additato, sempre da lei, dalla Schlein, come uno dei fautori della vittoria di Michele de Pascale e, soprattutto, del rinnovamento al vertice dell’ente di viale Silvani a Bologna. Né deve aver gioito più di tanto, alla notizia della sconfitta di Donatella Tesei, la candidata di quei dilettanti e presuntuosi del centro destra – peraltro presidente uscente – rimpiazzata alla guida dell’Umbria dall’ingegnera Stefania Proietti.
Doppio montante che il presidente De Luca ha dovuto incassare – come si diceva – anche stamattina, con altre due notizie che non l’hanno certamente aiutato a stare meglio.
La prima, è della Corte dei conti, che a proposito delle liste di attesa scandalosamente registrate nella gestione della Sanità pubblica, le regioni italiane hanno ricevuto ben due miliardi di euro dal ministero retto da Orazio Schillaci, senza che un solo passo sia stato fatto avanti.
Anzi, in un documento di 180 pagine, la magistratura contabile ha evidenziato le “difficoltà incontrate dal ministero della Salute nello svolgimento delle attività di coordinamento e monitoraggio, sia sul versante della verifica dell’avvenuta programmazione, sia per quanto attiene alla capacità delle autonomie territoriali nel comunicare tempestivamente il grado di raggiungimento degli obiettivi da esse programmati”.
Certo la ramanzina della Corte dei conti è andata a tutte le regioni, ma soprattutto a chi – come De Luca – è sempre in prima fila per chiedere ulteriori risorse al governo, senza però mai portare un risultato positivo.
Infine, l’altro cazzotto in pieno viso al nostro Sceriffo è stato dato dal solito Report sulla qualità della vita redatto da ItaliaOggi in collaborazione con Ital Communications, in cui, su un punteggio di mille punti attribuito alle migliori regioni, mediamente alla Campania ne vengono dati soltanto 290, con le cinque province che si attestano, tanto per cambiare, agli ultimi posti. In particolare, nella classifica a decrescere delle province campane: Avellino (82esimo posto), Benevento (83), Salerno (85), Caserta (88) e Napoli addirittura al 95esimo posto. Classifica, è facile immaginare, che non migliorerà nella valutazione del prossimo Report del Sole24Ore.
E, però, De Luca – lo sanno tutti – è testardo come un mulo. Non indietreggerà di un millimetro, statene certi. E’ un po’ come Pasquale nel famoso Sketch di Totò: e che so Pasquale, io?
Certo che no, infatti si chiama Vincenzo.