Regionali, l’assessore Nicola Caputo cerca casa in Forza Italia?

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LA STORIA DI ANTONIO ARRICALE – L’assessore regionale all’agricoltura Nicola Caputo è in cerca di partito, in vista delle prossime elezioni. Ne va della propria sopravvivenza politica. La notizia circola, ormai, con insistenza negli ambienti della politica, rimbalzando tra Napoli a Caserta.

L’assessore avrebbe già sondato la disponibilità di Forza Italia, anche se non mancano resistenze. E il perché è facile da capire. Gli spazi sono ridotti un po’ per tutti. Addirittura inesistenti in Italia Viva, il partito che attualmente lo ospita, stante, peraltro, l’incognita del terzo mandato per De Luca e, soprattutto, la paventata soglia di sbarramento al 3%.

Insomma, il clima da “si salvi chi può” regna sovrano e non garantisce affatto il ritorno all’indirizzo dell’Isola F13 del Centro direzionale di Napoli per molti politici. E Caputo tra questi. Agli sgoccioli, ormai, la legislatura regionale per l’assessore è diventato preminente provare a diventare nuovamente consigliere regionale. Carica, a dire il vero, che ha già ricoperto per ben due volte, nel quinquennio 2005-2010 e nel quadriennio 2010-2014, quando si dimise per correre con la lista del Partito Democratico, alle elezioni Europee che segnarono l’exploit elettorale dell’allora segretario Renzi. Caputo ne beneficiò, eccome, risultando eletto con oltre 85 mila preferenze. Ma fu anche l’ultima volta per Nicola Caputo, imprenditore vinicolo per tradizione familiare, di riuscire a varcare il traguardo di una carica elettiva.

Precedentemente, infatti, sia pure con una diversa casacca politica – era passato prima per l’Udc e poi per l’Udeur dell’immarcescibile Clemente Mastella, che però ora non lo vuole sentire nemmeno nominare – era stato consigliere comunale a Teverola, comune del casertano, ancora oggi non proprio tranquillo, ricoprendo più volte il ruolo di assessore: al bilancio, istruzione e, infine, alle attività produttive.

Dal tentativo del 2019 in avanti, infatti, di essere nuovamente rieletto al Parlamento europeo tutti i tentativi sono finiti male. Anche se questo non lo ha mai scoraggiato, perché, in un qualche modo, l’assessore Caputo ha trovato sempre il modo per consolarsi.  Ed anche piuttosto bene.

Per la mancata rielezione a Bruxelles trovò pronta la spalla del presidente Vincenzo De Luca, che lo nominò suo consigliere speciale per l’agricoltura, gli affari europei e le relazioni internazionali. La stessa cosa, del resto, De Luca fece anche per l’altro casertano quando fu trombato, ma al parlamento italiano, stavolta, Stefano Graziano. Il quale, però, ora da parlamentare in carica e, soprattutto, da indiscusso referente del Pd a Caserta e anti-deluchiano viscerale, l’assessore Caputo lo vede come il fumo negli occhi. Ed è dire poco.

E, però, è sempre De Luca – al suo secondo mandato in Regione – che premierà Nicola Caputo con la carica di assessore all’agricoltura quando – cambiando il politico casertano nuovamente casacca – gli organizza la lista di appoggio in provincia di Caserta da coordinatore di Italia Viva. Non solo. Forte dell’esperienza assessorile e sempre con Italia Viva di Matteo Renzi (che però nessuno vuole, ora) e l’aggiunta di +Europa e altre formazioni minori (danno vita alla lista Stati Uniti d’Europa) riprova a candidarsi al parlamento Europeo. E anche stavolta senza successo. La qual cosa, ovviamente, non gli pregiudica la permanenza all’assessorato di Palazzo Santa Lucia. E di proseguire fino alla fine del mandato della giunta De Luca. A meno che lo Sceriffo, sospettando il tradimento, non lo licenzi prima del tempo.

Insomma, mala “tempora currunt”, per Caputo del quale, peraltro, si ricordano alterne fortune e qualche incidente di troppo lungo il percorso, sia come assessore che come imprenditore. Dalla gestione della brucellosi epidemica diffusa tra le mandrie di bufale, non riuscendo mai ad entrare in sintonia con gli allevatori dei Mazzoni, ad un tiro di schioppo da casa sua; alla vicenda del vino che avrebbe prodotto senza possedere una vigna (memorabile un servizio delle “Iene”, fortunata trasmissione di Italia 1, cui replicò molto piccato, ricordando che la sua “famiglia fa vino da oltre cento anni”); a vari incidenti di percorso imprenditoriali, che non è nemmeno il caso di ricordare.  

Quello che, invece, merita attenzione è, dunque, questo abboccamento con Forza Italia. Più di una ipotesi di lavoro, secondo ambienti ben informati, che però rischiano di metterlo definitivamente contro De Luca. Ma che anche gli stessi forzisti, in particolare i consiglieri regionali uscenti, vedono malvolentieri, riducendosi gli spazi per la propria agibilità politica.