L’EDITORIALE DI ANTONIO ARRICALE – “Ignorantia legis non excusat”, ripetono pedissequamente gli avvocati all’ignaro cittadino che dovesse trovarsi nell’antipatica situazione di aver violato una norma sia pure in buona fede. La qual cosa – ricordano sempre i legulei – non mette al riparo dalla conseguente sanzione.
La massima dovrebbe essere ricordata e, soprattutto, valere anche per i politici che, sempre più spesso, hanno la presunzione di voler amministrare la cosa pubblica, ignorando finanche le regole fondamentali della vita dell’ente che sono chiamati a gestire, quando non si propongono di farlo. A meno che non ci si voglia, intenzionalmente, trincerare dietro l’attenuante della buona fede per coprire un comportamento che, invece, è scientemente e inconfessabilmente doloso, oltre che precluso al normale cittadino. E nel qual caso, ancorché ingiustificabile, diventa anche più grave. Anche perché, negli enti pubblici – com’è il caso, per esempio, dell’ente Provincia, in generale, e della Provincia di Caserta, in particolare – nel dubbio gli amministratori si possono sempre avvalere del supporto di figure tecniche di comprovata competenza giuridica: il segretario generale, per esempio.
La premessa per dire, dunque, che lasciano a dir poco perplessi le prassi seguite, in quest’ultimo mese, dai protagonisti politici e tecnici dell’ente di Via Lubich. Dal giorno delle dimissioni dell’ex presidente Giorgio Magliocca in poi, infatti, sono stati emanati una serie di provvedimenti che, oggettivamente, oltre ad essere in contrasto palese con la norma che regola la vita e l’organizzazione dell’ente, hanno anche creato incertezza e disorientamento tra i cittadini.
L’elemento, infatti, che puntualmente è emerso con gli atti amministrativi posti in essere – addolora dirlo – è l’assoluta idiosincrasia verso lo Statuto dell’ente, prima ancora che la Legge Del Rio (n.56/2014) e il Testo unico degli enti locali. E che su tutti debba prevalere la norma dello Statuto – laddove non in contrasto con la legge generale – lo sanno anche le pietre, ma non sembra in Provincia. Ente nel quale, anzi, nessuno pare finora lo abbia letto.
Cominciamo, allora, col ricordare quali sono i compiti e i limiti dell’esercizio della supplenza del presidente facente funzione, il povero Gaetano Di Monaco, che gli stessi consiglieri di maggioranza cominciano ora a contestare.
Il comma 2 dell’articolo 16 dello Statuto della Provincia di Caserta, infatti, recita: “Il Presidente può nominare e revocare un Vicepresidente, scelto tra i consiglieri provinciali, stabilendo le eventuali funzioni a lui delegate. Il Vicepresidente esercita le funzioni del Presidente in caso di comprovata assenza o impedimento dello stesso. Il provvedimento di delega deve contenere l’indicazione della durata del suo esercizio e decade dalla carica quando la nomina stessa sia revocata dal Presidente o contestualmente all’elezione del nuovo Presidente”.
Ora, come tutti sanno, il presidente della Provincia di Caserta non è “assente o impedito”, ma si è dimesso. E, dunque, a maggior ragione nel decreto di nomina sarebbe stato doveroso indicare quanto meno la primaria funzione di indire le nuove elezioni, unitamente a altri limiti di buon senso suggeriti dall’eccezionalità dell’evento.
Non solo. È pur vero che la legge Del Rio indica in 90 giorni dalla scadenza il termine per indire nuove elezioni, ma, anche in questo caso, a guidare c’è l’ignorato articolo 20 (comma 3) dello Statuto provinciale che infatti, inequivocabilmente recita: “L’elezione del Presidente della Provincia è indetta e si svolge entro trenta giorni dalla scadenza per fine del mandato, ovvero dalla decadenza o dallo scioglimento anticipato degli organi provinciali”.
Ora, ancora si sente parlare di un quesito sul da farsi, che dall’ente si vorrebbe inoltrare al Ministero dell’Interno, e di altre amenità che fanno sorridere, se non facessero drammaticamente piangere, per l’ignoranza, la protervia, la superficialità, che in questa fase avvolge l’ente e la sua struttura burocratica. Qualcuno, allora, dica subito a Di Monaco o a chi per esso, di non tergiversare oltre e di darsi da fare. Ha di tempo fino al 14 dicembre per indire (e anzi svolgere!) le nuove elezioni. Insomma, non si prenda in giro. Soprattutto, non pretenda di prendere in giro noi.
In foto, da sinistra: Gaetano Di Monaco, la segretaria generale Elena Inserra e Graziano Del Rio