SANTA MARIA CAPUA VETERE – Con il 2025 è iniziata l’era del processo telematico introdotto dal recente decreto n. 206 del Ministero della Giustizia entrato in vigore il 30 dicembre scorso. Non sono mancati nei processi celebrati questa mattina a Santa Maria Capua Vetere disguidi, disservizi, tempi morti e momenti di impasse, soprattutto nei dibattimenti celebrati davanti al giudice monocratico.
Abbiamo chiesto al presidente della Camera penale di Santa Maria Capua Vetere, l’ avvocato Alberto Martucci un commento sull’introduzione di questa nuova fase processuale e sui primi risvolti nella fase attuativa “Il processo telematico prevede il deposito degli atti penali con ‘modalità telematica’ ovvero attraverso un “portale” informatico. Ciò vale sia per magistrati, cancellieri e personale amministrativo e sia per avvocati, consulenti e altri soggetti esterni. Il regolamento ministeriale contempla anche una serie di “deroghe temporali” che spostano in avanti l’obbligatorietà dell’utilizzo del nuovo sistema per specifici soggetti, atti e procedimenti. La prima applicazione delle nuove regole ha però causato “scompiglio” in diversi Tribunali Campani e anche nazionali sia per la mancata completa funzionalità dei programmi informatici per tutti gli operatori giudiziari e sia per i contenuti delle norme regolamentari che qualche
ufficio giudiziario applica in maniera letterale senza coordinamento con le norme codicistiche
(fonti di rango superiore). Nel primo giorno di vigenza delle nuove regole, le incertezze e le anomalie hanno causato rallentamenti nella celebrazione di udienze, provvedimenti giudiziari atipici e decreti di
Presidenti di Tribunali e di Procure della Repubblica originali, emessi e poi revocati. Si vedano
ad esempio i provvedimenti del Tribunale di Avellino, di Nola e di Vallo della Lucania e le
disposizioni dei Magistrati di Napoli Nord. La prima “scollatura” che si palesa è quella relativa agli atti processuali che il codice di procedura consente di depositare anche in forma cartacea in udienza e la norma regolamentare che impone il deposito telematico. In questo caso mentre alcuni Magistrati non
consentono il deposito non telematico (con conseguenti dichiarazioni di inammissibilità), gli
avvocati sostengono la prevalenza delle norme del codice che prevedono il deposito cartaceo
nel corso dell’udienza. Come ogni riforma, anche quella del processo penale telematico abbisogna di tempi e di sperimentazioni che certamente condurranno a correttivi e adeguamenti tali da mettere a
regime il sistema in maniera corretta. Nel frattempo, però, le incertezze e le anomalie si
ripercuotono sulla tutela dei diritti dei cittadini e producono ansie, paure e nervosismi sia negli
avvocati che in cancellieri e magistrati. Meglio sarebbe stato il prevedere un ulteriore regime alternativo “intermedio” per preparare al meglio tutti gli operatori di giustizia nell’interesse di un sereno e corretto funzionamento del
sistema”.
gmm