Oggi pomeriggio alle ore 17 è previsto un presidio “contro la disinformazione sulla Palestina” davanti alla sede della Rai di Napoli, in via Marconi. A comunicarlo sono state le comunità e le associazioni palestinesi in Italia che chiedono alla Rai di “rispettare l’etica e la deontologia professionale dei giornalisti”.
“Sin dall’inizio delle ultime manifestazioni a Gerusalemme contro la pulizia etnica – si legge in una nota diramata dal centro culturale Handala – la continua repressione del popolo palestinese e la provocazioni dei coloni e delle forze d’occupazione israeliana ai fedeli in preghiera e la dissacrazione della Moschea di Al-Aqsa, la posizione dei principali mezzi d’informazione italiani, e soprattutto il servizio pubblico la Rai, è stata a dir poco vergognosa. Giornali e canali televisivi italiani hanno deciso di riportare notizie non veritiere, distorcendo la realtà nel tentativo di far passare le pratiche di apartheid portate avanti dalle autorità d’occupazione come “contenzioso immobiliare”, definendo le legittime rivolte e manifestazioni a Gerusalemme non come una sollevazione nel contesto di una lotta di liberazione nazionale ma come “vandalismo”, ignorando, d’altra parte, i rastrellamenti e i linciaggi portati avanti dai coloni israeliani nei confronti dei palestinesi dei territori occupati del 1948″.
“Questa vergognosa distorsione dei fatti – aggiungono – è proseguita anche con l’espandersi dell’aggressione sionista nei confronti della Striscia di Gaza. Imbarazzante anche il silenzio da parte dei giornalisti Rai e dei media italiani rispetto alla chiara aggressione nei confronti dei loro colleghi palestinesi e non solo: negli ultimi giorni sono state bombardate decine di uffici e sedi di mezzi d’informazione e media palestinesi, arabi e internazionali nel tentativo di silenziare ogni voce e testimonianza proveniente dalla Palestina”. Di fronte a questo “comportamento del servizio pubblico di informazione” la comunità e le associazioni palestinesi in Italia esprimono “indignazione” e denunciano che questa condotta da parte dell’informazione “è una offesa e mancanza di rispetto, non solo per la comunità palestinese e araba in Italia ma anche per tutti quei cittadini italiani che si sentono privati del loro diritto di essere informati in maniera obiettiva”.