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Pochi vaccini in Italia: precedenza ai richiami

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La campagna vaccinale di massa il prossimo mese rischia di rallentare la sua corsa per un taglio «consistente» delle forniture. Posticipare le prossime prime dosi è un modo per garantire il completamento delle vaccinazioni in corso ultimando le seconde dosi. 

Un’altra strategia già in atto è fissare i richiami ad una distanza maggiore entro i limiti consentiti, 40 giorni invece di 35 con i vaccini a MRna. Il calo delle forniture riguarda soprattutto Pfizer. Infatti, la Lombardia valuta anche la possibilità di usare per le seconde dosi Moderna da inoculare alle persone che hanno già ricevuto una dose di Pfizer. Un altro mix di vaccini che necessita del benestare delle autorità sanitarie. È vero che la copertura nella provincia di Sondrio adesso è buona. Oggi circa il 70% della popolazione oltre i 12 anni ha ricevuto una dose. C’è una sorta di prima immunità che limita l’azione del virus unita all’estate che avanza e rende meno probabili le trasmissioni virali. L’intero ciclo vaccinale è però stato concluso solo da circa un terzo della popolazione valtellinese. Con la variante Delta, che in Valtellina e Valchiavenna non è ancora arrivata ma è soltanto questione di tempo, occorre stare attenti perché questa nuova mutazione del virus ha dimostrato di essere in parte resistente alla prima vaccinazione.

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