DAILY MAGAZINE

Peggio di Pinocchio: tutte le bugie di De Luca. Campania ultima in tutto. Ecco i numeri

in News by

L’EDITORIALE di ANTONIO ARRICALE – “Irresponsabile fermare un lavoro immane” è il refrain che Vincenzo De Luca va ripetendo a sostegno della sua terza candidatura. Ma si tratta di una palese bugia. Di contro, però, dall’opposizione limitarsi a dire: “Cicero pro domo sua” non rende appieno la verità.


Lo Sceriffo di Salerno – non mi piace girarci intorno – è semplicemente a capo di un sistema di potere che si è servito del denaro pubblico per alimentare, per un verso, il falso mito di sé stesso, dell’uomo della provvidenza, unico capace di fare le cose; dall’altro, di tenere in piedi un gruppo consiliare compatto, riottoso a qualsiasi regola di partito, che nella partecipazione alla gestione, sia pure marginale, del potere ha trovato il cemento sostanziale per stare insieme.
Detta così, ad ogni modo, potrebbe comunque apparire mero esercizio retorico. Proviamo, allora, a far parlare le cose, attraverso i numeri, anziché gli slogan.
Per cominciare, secondo un’elaborazione realizzata dall’Ufficio studi CGIA di Mestre su dati pubblicati recentemente dall’Eurostat e riferiti al 2022, emerge che nella classifica del Pil pro capite a parità di potere d’acquisto delle 240 regioni presenti nell’Unione Europea, la Campania è al 205° posto con 22.200 euro, dietro La Puglia che è invece al 200esimo posto con un Pil pro capite di 22.900 euro. Certo, davanti alla Sicilia al 211esimo con 21 mila euro e, infine, la Calabria è al 215esimo posto con 20.300 euro. Parliamo comunque dei fanalini di coda.
Rispetto al lavoro – è sempre Eurostat che fotografa una situazione da autentico disastro. La Campania è maglia nera continentale, con un tasso d’occupazione al 48,4% a fronte di una media nazionale del 75,3. Ed anche in questo caso, il catarifrangente è di colore rosso, da coda della classifica.
Parliamo, allora, di Sanità, settore vanto delle esternazioni deluchiane, che assorbe ben oltre la metà dell’intero bilancio regionale. E, dunque, settore per il quale De Luca continua a chiedere soldi al governo centrale. Ebbene, secondo un recente rapporto della Corte dei Conti, la spesa sanitaria continua a crescere più delle entrate, ponendo le Amministrazioni regionali nella condizione di dover “dirottare” risorse aggiuntive per tenere in equilibrio i conti.  Nel 2022 la spesa sanitaria pro-capite si è attestata a 2.241 euro (+2,2% rispetto al 2021), mentre nel quadriennio 2019-2022 è lievitata di circa il 12% con variabili regionali significative. Si va da 2.041 euro della Calabria a 2.836 euro della P.A. di Bolzano. In questo quadro la Campania si colloca al 2° posto per spesa sanitaria pro-capite più bassa d’Italia. Nel 2022 la spesa sostenuta dalla nostra Regione per ogni residente è stata di 2.115 euro a fronte di una media nazionale di 2.241 euro (– 126 euro). E non si venga a dire che mancano i fondi. Provatelo, per esempio, a chiedere a Soresa Spa, la società strumentale della Regione, campione di sprechi e di cui, magari, torneremo a parlare.

Dunque, secondo l’Agenas (Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali) nell’elenco delle eccellenze degli 11 migliori ospedali nazionali tra cui, all’ultimo posto, figura la Casa di cure Orestano di Palermo, non ce n’è nessuno della Campania.
Infine, la Campania incassa risultati più deludenti anche dall’annuale rapporto del Sole 24Ore sull’Ecosistema urbano, che ha analizzalo le performance ambientali nei 106 capoluoghi di provincia d’Italia. E, in questo caso, giusto per notare, la Salerno tanta amata dal governatore De Luca retrocede di ben 11 posizioni, classificandosi all’88esimo posto.
Di che lavoro, in conclusione, parla De Luca? Da irresponsabile, questo sì – stando così le cose – sarebbe semmai lasciarlo ancora al suo posto.

Ultimi da...

Go to Top