SALERNO (D.D.) – Una tragedia evitabile, un caso che solleva indignazione e richiama l’attenzione sulla gestione delle emergenze ospedaliere. Cristina Pagliarulo, 41 anni, è morta dopo ore di sofferenza e richieste di aiuto inascoltate all’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno.
Un calvario che si è concluso con un disperato intervento chirurgico, troppo tardi per salvarla. La sua storia non può passare sotto silenzio.
“Questa non è sanità, è barbarie. Il caso di Cristina Pagliarulo è l’ennesima dimostrazione di un sistema al collasso, dove a pagare sono sempre i pazienti”: con queste parole dure e inequivocabili, Mario Polichetti, responsabile nazionale del dipartimento Sanità per l’Udc, denuncia quanto accaduto.
“Non possiamo più permettere che simili episodi accadano. È inaccettabile che una donna venga lasciata morire tra sofferenze indicibili per errori e superficialità intollerabili. Ai parlamentari dell’Udc farò presentare un’interrogazione parlamentare per accertare le responsabilità e fare luce su cosa accade realmente nel Pronto soccorso del Ruggi. Vogliamo sapere chi ha deciso di declassare il codice da rosso ad arancione, chi ha stabilito che si trattasse di calcoli invece di una grave ischemia addominale, chi ha negato l’intervento immediato che avrebbe potuto salvarla. Cristina Pagliarulo non doveva morire, e ora qualcuno deve pagare per questa vergogna. Cosa dice il manager Vincenzo D’Amato di tutto questo. Da mesi è rinchiuso nella sua “torre d’avorio” e nessuno lo rimuove dall’incarico. Non parliamo poi delle dimissioni, un sussulto d’orgoglio che aspetto da mesi”.
“Il dirigente si dimetta”
E inoltre: “Inutile trovare il solito capro espiatorio del medico che era al pronto soccorso, le responsabilità sono di tipo organizzativo. Non si deve scaricare la responsabilità sui “soldati” se la colpa è dei generali. Io sono contrario alle commissioni di indagini perché cosa c’è da indagare se tutta Italia sa che il pronto soccorso non funziona e c’è una diffusa lamentela da parte dell’utenza? I Responsabili sono i dirigenti non chi lavora in condizioni precarie.
Le commissioni di inchiesta servono per trovare un capro espiatorio. La direzione strategica non compare mai a dare chiarimenti e giustificazioni. Il direttore generale deve, per una questione di dignità, a seguito di questo episodio di malasanità deve rassegnare le dimissioni e non è ancora chiaro se è in servizio o in pensione. Lui non si esprime e non si espone per quanto successo”.
Secondo le prime valutazioni del medico legale, Cristina Pagliarulo poteva e doveva essere salvata. “Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a simili tragedie – conclude Polichetti -. La politica deve intervenire con decisione per garantire ai cittadini un sistema sanitario efficiente e sicuro. La vita delle persone non può essere lasciata all’approssimazione e all’indifferenza”. (Nella foto il Ruggi di Salerno e, nel riquadro, Cristina Pagliarulo)