Durante l’operazione antidroga, denominata “Drug express”, quattro persone sono finite in carcere, altre cinque ai domiciliari, due hanno l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Stando a quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, l’organizzazione aveva numerosi clienti, oramai fidelizzati con richieste quasi quotidiane di droga, soprattutto cocaina e crack, e aveva escogitato numerosi diversivi per non incorrere in sequestri. In particolare, attraverso il sistema delle consegne “porta a porta” e della spedizione di pacchi contenenti sostanze stupefacenti, da qui il nome dell’operazione. Le indagini hanno documentato anche l’utilizzo di un linguaggio criptico convenzionale nelle conversazioni, quale il termine “pizza” per indicare le dosi di crack. Attivo anche un canale di approvvigionamento romano che faceva capo a un 37enne di Bracciano il quale trasferiva la droga ai messinesi attraverso il sistema delle spedizioni. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno intercettato nel deposito di Messina di un noto spedizioniere un pacco che doveva contenere un “termos” ma che in realtà nascondeva 15 pasticche di anfetamine e 38 grammi di etilmorfina.