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Omicidio Vassallo, il Riesame conferma il carcere per Cagnazzo, Cioffi e Cipriano

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POLLICA – Il tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di annullamento della custodia cautelare in carcere per i presunti responsabili dell’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo.

Restano in carcere il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi e l’imprenditore Giuseppe Cipriano. Il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso, che ha ridato linfa alle indagini, aveva rinunciato a ricorrere al Tribunale della Libertà.
“Rimaniamo fermamente convinti della estraneità di Giuseppe Cipriano alla vicenda in oggetto. Proporremo ricorso in Cassazione, non appena avremo letto le motivazioni, sviluppando le argomentazioni già prospettate al Riesame, arricchendole con nuovi elementi, nonché con una copiosa produzione documentale che ci apprestiamo a reperire nei prossimi giorni”. lo ha dichiarato all’Ansa l’avvocato Giovanni Annunziata non appena conosciuta la decisione del Tribunale. Per ora ha retto il quadro indiziario prospettato dalla Procura di Salerno coordinata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, che aveva chiesto e ottenuto dal gip l’emissione di quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere. Il sindaco sarebbe stato ucciso, secondo le dichiarazioni rese dal pentito Ridosso, dal brigadiere Cioffi in quanto avrebbe scoperto un traffico di droga concentrato nel porto di Acciaroli da un clan locale, con la complicità e la copertura dei carabinieri ed era pronto a denunciarlo. Cagnazzo coinvolto in questo traffico avrebbe contribuito a coprire l’omicidio con un’azione di depistaggio. Il colonnello era stato già in passato indagato per l’omicidio Vassallo, ma le indagini erano state archiviate. L’inchiesta è stata riaperta a distanza di quattordici anni dai fatti anche grazie alle dichiarazioni rese da Romolo Ridosso ex esponente del clan di Scafati Loreto-Ridosso ora pentito. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Stellato, Ilaria Criscuolo e Giovanni Annunziata. Titolari delle indagini sono i sostituti procuratori Marco Colamonici, Elena Guarino e Francesco Rotondo.

gmm

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