Napoli. Indagini difensive questa mattina da parte della difesa del carabiniere Christian Brescia sotto processo per omicidio volontario nei confronti del quindicenne Ugo Russo. Gli ulteriori rilievi con lo scanner e con il laser sono stati effettuati questa mattina sul luogo in cui 29 febbraio morì il minorenne, in via Orsini a Santa Lucia, allo scopo di tracciare l’effettiva distanza dall’auto in cui si trovava l’imputato e il punto esatto dove si è accasciato Russo.
Secondo la difesa l’ogiva colpì la vittima di rimbalzo. L’obiettivo della difesa è quello di dimostrare che il carabiniere sparò per difendersi dallo stato di minaccia dovuto al tentativo di rapina, mentre la Procura contesta l’omicidio volontario, tesi sposata dagli avvocati di parte civile che rappresentano nel processo i familiari della vittima. L’accusa contesta che Brescia sparò mentre il giovane rapinatore si era ormai allontanato. I rilievi balistici e la perizia autoptica costituiscono il tema del processo tra le opposte tesi. Vi sono poi le deposizioni dei due testimoni oculari: quella delle fidanzata che sostiene la tesi dell’imputato e quella del 17enne complice di Ugo Russo che ha parlato di due spari in direzione della vittima e di un terzo colpo esploso contro di lui, quando ormai entrambi scappavano e non costituivano più un pericolo.