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Omicidio Giulia Tramontano, la sentenza nella Giornata contro la violenza sulle donne

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SANT’ANTIMO – E’ attesa per domani la sentenza della corte d’Assise di Milano per l’omicidio di Giulia Tramontano, uccisa, al settimo mese di gravidanza, da quello che all’epoca era il suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello.

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Impagnatiello conoscerà il suo destino. Per lui la Procura ha chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurno per 18 mesi. Impagnatiello risponde di omicidio aggravato dalla premeditazione, dal legame affettivo, dai futili motivi e dalla crudeltà, per aver colpito con 37 coltellate la sua vittima, per avere poi tentato di bruciarla per due volte e averla infine abbandonata in strada, avvolta dalla spazzatura.

Di “viaggio nell’orrore” ha parlato la pm Alessia Menegazzo, nel corso della sua requisitoria, ricostruendo quell’efferato delitto, pianificato dal trentunenne “narcisista, psicopatico, manipolatore” che ammazza Giulia e il loro bambino. Tiago si sarebbe chiamato il piccolo mai nato.

Per la pubblica accusa “non ci sono dubbi sulla premeditazione”, dunque bisogna superare le perplessità del gip subito dopo il fermo. E’ un delitto caratterizzato da “assoluta freddezza” aggravato anche dal rapporto di convivenza con la vittima, dai futili motivi, così come dalla crudeltà inflitta con 37 coltellate – 11 in zone vitali -, dando “sofferenze aggiuntive” alla vittima che non si è difesa.

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